Il pm ha chiesto l’ergastolo per Mirto Milani, Paola e Silvia Zani, genero e figlie di Laura Ziliani uccisa a Temù (Brescia) nel 2021. Per il “trio diabolico“, come è stato ribattezzato dalle cronache, il massimo della pena è un orizzonte concreto e sulla posizione degli imputati gravano come macigni non solo la premeditazione ma anche i tentativi di depistaggio portati avanti per mesi, persino ai microfoni di famose trasmissioni, fino all’arresto. I tre avrebbero finto di cercare Laura Ziliani dopo aver commesso il delitto nella speranza di allontanare ogni sospetto.
Milani e le sorelle Zani hanno confessato e hanno chiesto scusa alla famiglia e alla comunità di Temù, la stessa che oggi non accetta di essere più presa in giro dopo la messinscena a cui tutta Italia assistette, attraverso le telecamere di Chi l’ha visto?, con l’appello delle due presunte assassine in lacrime. I concittadini non credono al presunto pentimento dei tre alla sbarra e sostengono sia inutile ogni parola aggiuntiva alla ricostruzione emersa a loro carico. L’omicidio di Laura Ziliani ha scosso profondamente le coscienze e ancora oggi risuona tra i giornali come uno dei casi più scioccanti ed efferati della storia recente. L’ex vigilessa, 55 anni, per mesi avrebbe subito, ignara, tentativi di avvelenamento da parte dei tre e in una occasione, prima di essere uccisa e sepolta lungo l’argine del fiume Oglio, avrebbe dormito per 36 ore dopo aver bevuto una tisana preparatale in casa dalle figlie.
Omicidio Laura Ziliani: Temù non perdona il trio diabolico
I tre imputati dell’omicidio di Laura Ziliani hanno chiesto scusa in aula, ma nessuno a Temù sembra credere al pentimento e al pianto di una delle figlie in tribunale. “Quegli appelli in tv? Ci hanno preso in giro“, ha detto un cittadino a La vita in diretta, sommandosi ai commenti di sconcerto di tanti altri concittadini per quanto il “trio diabolico”, composto dal genero e dalle figlie della vittima (Mirto Milani, Silvia e Paola Zani), sarebbe riuscito non solo a commettere ma anche a sostenere davanti alle telecamere per tentare di depistare.
“Sono lacrime di coccodrillo, non dovrebbero chiedere scusa a noi di Temù ma alla loro mamma“, ha sottolineato un abitante del posto. E c’è chi si sofferma sul “teatrino” montato dai presunti assassini per simulare angoscia e preoccupazione durante le ricerche di Laura Ziliani (concluse con il ritrovamento fortuito del cadavere a tre mesi esatti dalla scomparsa, l’8 agosto 2021, occultato lungo l’Oglio): “Una roba assurda, vergognosa, hanno studiato bene la messinscena“, sostiene un residente del centro in provincia di Brescia. E ancora: “Non si vergognano?