Le continue scosse di terremoto ai Campi Flegrei, stanno attirando giustamente l’attenzione dei media e oggi il quotidiano Repubblica ha dedicato ampio spazio al piano di evacuazione, che lascerebbe “più di qualche dubbio sulla concreta applicabilità”, scrive lo stesso giornale nazionale. Le prove di evacuazione, si legge ancora, non si ripetono dal 2006 al Vesuvio e dal 2019 ai Campi Flegrei, senza dimenticare di numerosi altri problemi che Repubblica ricorda, leggasi: “Problemi strutturali su alcune delle arterie di comunicazione da usare in caso di fuga, l’abusivismo edilizio eternamente sullo sfondo, la mancanza di una mappa degli edifici concretamente esposti a rischio sismico, ma anche la mancanza di comunicazione con la popolazione e fra gli enti in grado di affrontare una situazione profondamente diversa rispetto al passato”. A sottolineare la questione sono stati anche i dirigenti scolastici di 27 istituti che ricadono in quartieri del capoluogo, che hanno inviato una lettera al sindaco partenopeo chiedendo «un tavolo di coordinamento volto a gestire lo sciame» di questi giorni che, nella notte tra martedì e ieri, ha toccato magnitudo 4.2, la maggiore negli ultimi quarant’anni.
I dirigenti scolastici lamentano la mancanza di un «coordinamento con la protezione civile e un canale di comunicazione dedicato» e chiedono un «protocollo d’intervento comune». Il piano regionale di emergenza è stato aggiornato lo scorso marzo 2023, e nella zona rossa vi sono circa 500mila persone. Una quantità enorme di gente che in caso di “allerta rossa” dovrebbe essere evacuata in sole 72 ore, allontanamento che spetta alla Regione. “La situazione suggerisce di procedere quanto prima a una serie di test di evacuazione”, aggiunge Repubblica, anche se un’esercitazione di massa è impossibile, di conseguenza bisogna procedere a campione.
EVACUAZIONE CAMPI FLEGREI: LA DENUNCIA DEL SINDACO DI BACOLI
Entro fine anno dovrebbe tenersi comunque una nuova esercitazione, anche se spostare ovviamente mezzo milione di persone è alquanto complicato. Il sindaco di Bacoli, Josy Della Ragione, commenta: «I piani vanno resi efficaci realizzando le opere pubbliche per migliorare le vie di fuga che esistono, ma vanno potenziate. Faccio un esempio sul nostro territorio: la principale via di fuga per una parte dei cittadini di Bacoli e della vicina Monte di Procida è Torre Gaveta. C’è una stradina di tre metri, ma dovrebbe essere portata almeno a sette. I fondi li abbiamo ottenuti, il progetto da 20 milioni è stato redatto, la ditta individuata, la Regione ha preparato i tavoli per le autorizzazioni, però devono partire i lavori. O il rischio è non solo avere piani inefficaci, ma anche perdere credibilità coi cittadini, cui bisognerebbe spiegare che devono lasciare la zona attraverso una strettoia».