È sotto shock Pasquale Pellicani, professore di Diritto ed Economia all’Istituto tecnico Romanazzo di Bari. Il docente è stato preso di mira da uno studente che lo ha colpito con una pistola a pallini, la mattina di venerdì 29 settembre, mentre si apprestava a cominciare la lezione. Ai microfoni di Telenorba ha raccontato: “Appena sono entrato in classe ho visto questo ragazzo correre verso di me, quando era a circa mezzo metro mi ha sparato. Ho avuto paura“. A premere il grilletto, uno studente di 17 anni: la pistola era stata portata in classe da un altro alunno. L’arma era finta, ma il professore non lo sapeva.
Come ha raccontato ancora, “non è facile distinguere in pochi secondi una pistola giocattolo da una vera”. Per questo, il docente non ha avuto il tempo di capire se fosse un’arma vera o meno. Davanti alle telecamere, l’insegnante ha mostrato i segni che il pallino gli ha lasciato sul petto. Nonostante sia ancora visibile il punto d’impatto, il professore non è rimasto ferito: ha però accusato un lieve malore a causa dello spavento.
“È una bravata”
Nonostante il grande spavento, Pasquale Pellicani, professore di Diritto ed Economia all’Istituto tecnico Romanazzo di Bari, non vuole procedere con la denuncia. “I ragazzi mi hanno detto che era un gioco. Non voglio perseguirli penalmente perché ritengo che si sia trattato di una bravata”, ha spiegato a Telenorba. Nonostante ciò “è un episodio gravissimo” e “bisogna prendere dei provvedimenti seri nei loro confronti”. Il docente ha raccontato che dopo aver sentito lo “sparo” ha avvertito un “forte bruciore” al petto.
L’episodio per fortuna non ha avuto conseguenze gravi sulla salute del professore “ma poteva finire anche in tragedia perché il pallino avrebbe potuto colpirmi l’occhio”. L’insegnante ha raccontato di non aver mai avuto problemi con il 17enne che ha sparato nei suoi confronti. Nei prossimi giorni si riunirà il consiglio di classe per prendere provvedimenti nei confronti dello studente responsabile del gesto: per lui potrebbero esserci conseguenze molto gravi dal punto di vista disciplinare. La storia di Bari ricorda quella di Rovigo, quando lo scorso anno un ragazzo sparò ad una professoressa utilizzando una pistola ad aria compressa.