Un parroco “Robin Hood” quello di Como, che ha invitato chi non ha una casa ad occuparne altre. È questo l’appello lanciato da don Giusto Della Valle nel suo editoriale sul numero di settembre del periodico Il Focolare della parrocchia della frazione Rebbio. Poco più di un mese fa, spiega Repubblica, il parroco aveva accolto Sayed, 14enne afgano trovato per strada con un braccialetto con scritto “help”: stava viaggiando con l’obiettivo di raggiungere suo padre in Germania. Il giovane era scappato poco dopo il suo arrivo in comunità proprio perché desideroso di riabbracciare il papà in terra tedesca.
Negli anni in prete ha subito attacchi da Forza Nuova per le sue idee di accoglienza a migranti e ultimi. Addirittura, un anno fa aveva invitato i fedeli a non pagare le tasse che finanziassero l’invio di armi per la guerra in Ucraina. Adesso le sue parole hanno acceso un’altra miccia nella comunità e non solo. Don Giusto ha infatti analizzato la situazione comasca degli immobili: a suo dire, se sei migrante non trovi casa. Il parroco ha segnalato la situazione degli spazi comunali chiusi all’accoglienza definendo “un’attitudine da Ponzio Pilato” quella di chi li amministra e se ne lava le mani senza affidarli a chi una casa non ce l’ha, solo perché perderebbe consenso elettorale.
Migranti, il prete di Como si batte per loro: “Tutti devono avere una casa”
Nel suo editoriale sul periodico Il Focolare, don Giusto Della Valle ha proseguito: “Quando non ci si unisce per raggiungere gli obiettivi, chi comanda ne trae profitto”. Da qui, alcune proposte per il diritto alla casa. La prima è rivolta ai sindacati di Como: “Lottate, non adeguatevi al sistema capitalistico”. La seconda invece è indirizzata “a chi temporaneamente amministra la città di Como di affidare gli appartamenti comunali non a norma non all’Aler ma alle Associazioni della città che sono in grado di mettere a norma gli appartamenti stessi”, come la parrocchia di Rebbio “è in grado di mettere a norma una decina di appartamenti ogni anno e di deciderne con il Comune la destinazione”.
Infine, “come ultima opzione”, ha avanzato ai nuclei di migranti la proposta che ha fatto più scalpore: “Se qualche famiglia avente diritto alla casa si trovasse messa in strada, propongo di passare in casa parrocchiale a Rebbio perché le si dia la lista degli appartamenti comunali vuoti… Affinché ciò che ingiustamente non viene dato venga occupato. Darò loro una mano ad entrare, presenterò loro i vicini di casa, li inviterò a rispettare le regole del condominio e se dovessero esserci sospensioni di energia elettrica chiamerò in aiuto l’elemosiniere del Papa Francesco“. E in conclusione, “saluti cari e buona lotta perché tutti abbiano casa”.