“Migranti, sfida tedesca all’Europa” (2)

Cinque anni fa la Germania aveva una posizione diversa sui migranti, ma l'Italia non è riuscita a farne un esempio per se stessa

Chi qui scrive ha chiesto al direttore di poter riproporre il titolo di un proprio editoriale comparso sul Sussidiario il 10 ottobre 2018: cinque anni fa. La ragione principale è rammentare – in questi giorni di forti tensioni fra Italia e Germania sulle politiche migratorie – che la Berlino di Angela Merkel (una cristiano-democratica) era capace di mettere sul tavolo non solo l’apertura-blitz a un milione di profughi mediorientali, ma anche una legge che offriva un percorso di regolarizzazione e integrazione – fra education e lavoro –  alla gran parte dei migranti a rischio di espulsione tre anni dopo.

Benché quella Germania non esitasse a respingere già allora migliaia di richiedenti asilo giunti dal Mediterraneo, era fuori di dubbio il peso della sfida politico-economica lanciata anche all’Italia: allora reduce da cinque anni di Governi di centrosinistra e appena entrata in un quinquennio in cui le politiche di sviluppo, lavoro e istruzione sono state rette per gran parte da ministri M5S. Se è dunque doloroso prendere atto di come la Germania rosso-verde odierna sembri capace solo di rialzare muri e di promuovere la solidarietà Ue ai migranti “con i confini degli altri”, non dà meno da pensare che le forze politiche italiane che oggi cavalcano l’accoglienza dei “migranti lavoratori” – e solidarizzano con la Germania “banca delle Ong” contro palazzo Chigi  – siano le stesse che, al Governo per un decennio, non hanno mai pensato neppure per un istante di raccogliere quella sfida tedesca. Neppure dopo l’emergenza-Covid: neppure sotto l’ombrello del Pnrr. Hanno invece smontato sul nascere il format innovativo del Jobs Act (potenzialmente utile a canalizzare sul mercato del lavoro interno anche i flussi migratori) e hanno lasciato che una parte del Reddito di cittadinanza finisse ad alcuni immigrati regolari.

Il Sussidiario, nel suo ruolo di organo di informazione e di opinione, ha  sollecitato più volte anche in questo spazio  l’esplorazione di quel sentiero tedesco. Lo ha fatto in tempi non sospetti, prima che i migranti “preziosi e necessari” (premessa per molti versi valida) diventasse un mantra globale. Ma è proprio il dilagare del mantra – di questi tempi negli Usa quasi più che in Europa – ad alzare il rischio di falsificazione ideologica e di strumentalizzazione elettorale, mettendo ancora una volta in pericolo l’azione politico-sociale di chi governa e di opera sui territori della sussidiarietà.

Dunque, ancora una volta: Neet e migranti, giovani mai ammessi al mercato del lavoro e non-giovani espulsi, al Sud come al Nord, fanno parte di un’unica porzione di popolazione italiana cui un Paese come l’Italia ha il diritto-dovere di offrire pari opportunità. E non a partire da postulati ideologici, ma perché sono tutte persone dotate di “pari talenti” potenziali, al servizio di uno stesso “bene comune”: che comprende anche il Pil e i diversi equilibri fiscali.

I migranti “che pagheranno le future pensioni degli italiani” sono tuttavia una possibile conseguenza benefica attesa di politiche da costruire, non un dado polemico di corto respiro gettato sul tavolo del voto europeo del prossimo giugno. È vero d’altronde che il vuoto lasciato dai “navigator” – negli organici delle aziende industriali piuttosto che nel più vasto settore turistico – non può non essere riempito da un Governo che afferma di rappresentare in prima persona il mondo delle imprese generatrici di occupazione.

I flussi migratori possono costituire un’opportunità reale; che va colta con gli strumenti politico-economici di cui l’Italia certamente dispone. E che nel 2023 la Germania e forse l’intera Ue non riescono o non vogliono più usare.

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI

Ti potrebbe interessare anche

Ultime notizie

Ben Tornato!

Accedi al tuo account

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o indirizzo email per reimpostare la password.