LA RISPOSTA DEL VATICANO AD UN ALTRO “DUBIUM” SUI SACRAMENTI AI DIVORZIATI RISPOSATI
Sei ai primi 5 “Dubia” posti da altrettanti cardinali a Papa Francesco in vista del Sinodo era stata data piena risposta del Santo Padre con il “responsum” reso pubblico nella giornata del 2 ottobre (ma il carteggio era dello scorso luglio, ndr), a queste nuove domande presentate dal cardinale ceco Dominik Duka in merito alla situazione dei sacramenti per divorziati risposati è il Vaticano a rendere nota la risposta complessiva. E così alla vigilia dell’apertura della penultima fase del Sinodo dei vescovi – dal 4 al 29 ottobre, con Santa Messa di apertura domani celebrata da Papa Francesco con i 21 nuovi cardinali appena nominati in Concistoro – si infittisce il dialogo e il confronto su vari temi considerati cruciali per lo sviluppo futuro della Chiesa e per lo stesso mantenimento della tradizione cattolica.
Nello specifico, sulla pagina dedicata al Dicastero per la Dottrina della fede è stato pubblicato un documento con 5 quesiti e le relative risposte della Santa Sede ad una serie di domande, proposte dal cardinale Dominik Duka riguardo all’amministrazione dell’Eucaristia ai divorziati che vivono in una nuova unione. Le domande sono state poste dal porporato lo scorso 13 luglio ma la risposta questa volta non proviene da Papa Francesco bensì dal Prefetto del Dicastero, il cardinale Fernandez. «Sebbene alcune delle domande siano redatte in modo non sufficientemente chiaro e, quindi, possano essere foriere di qualche imprecisione, questo Dicastero intende rispondere per aiutare a risolvere i dubbi da esse sollevati», scrive l’ex Sant’Uffizio in riferimento ad alcuni temi della Amoris Laetitiae affrontati dal cardinale Duka, a loro volta affrontati in passato da altri “Dubia” nel 2016. Tra le tante risposte date dal Vaticano in merito, emerge una su tutte: «L’esortazione apostolica Amoris laetitia di Papa Francesco apre la possibilità di accedere ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia quando, in un caso particolare, esistono limitazioni che attenuano la responsabilità e la colpevolezza». Ecco qui sotto le 5 domande del cardinale e le relative risposte del Dicastero per la Dottrina della Fede (qui il “sunto” su Vatican News, ndr)
LE 5 DOMANDE A PAPA FRANCESCO E LE RISPOSTE DEL VATICANO
1- E possibile che una diocesi in un’unione della Conferenza Episcopale prenda decisioni in modo completamente autonomo, facendo riferimento ai fatti citati nelle domande due e tre?
Vaticano: L’Esortazione apostolica Amoris laetitia, documento del magistero pontificio ordinario, verso cui tutti sono chiamati ad offrire l’ossequio dell’intelligenza e della volontà, afferma che «i presbiteri hanno il compito di «accompagnare le persone interessate sulla via del discernimento secondo l’insegnamento della Chiesa e gli orientamenti del Vescovo»!. In tal senso, è possibile, anzi è auspicabile che l’Ordinario di una diocesi stabilisca alcuni criteri che, in linea con l’insegnamento della Chiesa, possano aiutare i sacerdoti nell’accompagnamento e nel discernimento delle persone divorziate che vivono in una nuova unione.
2- La risposta di Papa Francesco al quesito della sezione pastorale della Diocesi di Buenos Aires”, visto che il testo è stato pubblicato negli Acta Apostolicae Sedis, può essere considerata un’affermazione del Magistero ordinario della Chiesa?
Vaticano: Come indicato nel rescritto che accompagna i due documenti sugli Acta Apostolicae Sedis, questi vengono pubblicati «velut Magisterium authenticum», cioè come Magistero autentico.
3- È una decisione del Magistero ordinario della Chiesa basata sul documento Amoris latitiae?
Vaticano: Come ricorda il Santo Padre nella sua lettera al Delegato della Regione Pastorale di Buenos Aires, Amoris laetitia è stata il risultato del lavoro e della preghiera di tutta la Chiesa, con la mediazione di due Sinodi e del Papa. Questo documento si basa sul magistero dei precedenti Pontefici, che già riconoscevano la possibilità per i divorziati in nuove unioni di accedere all’Eucaristia, purché assumano «l’impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi», come è stato proposto da Giovanni Paolo II, o a «impegnarsi a vivere la loro relazione … come amici» come proposto da Benedetto XVI. Francesco mantiene la proposta della piena continenza per i divorziati e i risposati in una nuova unione, ma ammette che vi possano essere difficoltà nel praticarla e quindi permette in certi casi, dopo un adeguato discernimento, l’amministrazione del sacramento della Riconciliazione anche quando non si riesca nel essere fedeli alla continenza proposta dalla Chiesa.
4. È intenzione di Amoris laetitiae istituzionalizzare questa soluzione attraverso un permesso o una decisione ufficiale alle singole coppie?
Vaticano: Il punto 1 del documento “Criterios básicos para la aplicación del capítulo VIII de Amoris laetitia” afferma espressamente: “no conviene hablar de “permisos” para acceder a los sacramentos, sino de un proceso de discernimiento acompañado por un pastor. Es un discernimento “personal y pastoral” (AL 300)”. Si tratta quindi di un accompagnamento pastorale come esercizio della “via caritatis”, che non è altro che un invito a seguire la strada «di Gesù: della misericordia e dell’integrazione»’. Amoris laetitia apre la possibilità di accedere ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia quando, in un caso particolare, esistono limitazioni che attenuano la responsabilità e la colpevolezza. D’altra parte, questo processo di accompagnamento non si esaurisce necessariamente con i sacramenti, ma può essere orientato verso altre forme di integrazione nella vita della Chiesa: una maggiore presenza nella comunità, la partecipazione a gruppi di preghiera o di riflessione o il coinvolgimento in vari servizi ecclesiali.
5- Chi dovrebbe essere il valutatore della situazione data delle copie in questione, qualsiasi confessore, parroco locale, vicario foraneo, vicario episcopale o penitenziere?
Vaticano: Si tratta di avviare un itinerario di accompagnamento pastorale per il discernimento di ciascuna singola persona. Amoris laetitia sottolinea che tutti i sacerdoti hanno la responsabilità di accompagnare le persone interessate nel cammino di discernimento I3. È il sacerdote che accoglie la persona, la ascolta con attenzione e le mostra il volto materno della Chiesa, accogliendo la sua giusta intenzione e il suo buon proposito di porre tutta la sua vita alla luce del Vangelo e di praticare la carità. Ma è ogni persona, individualmente, che è chiamata a mettersi davanti a Dio e ad esporgli la propria coscienza, con le sue possibilità e i suoi limiti. Questa coscienza, accompagnata da un sacerdote e illuminata dagli orientamenti della Chiesa, è chiamata a formarsi per valutare e dare un giudizio sufficienti per discernere la possibilità di accedere ai sacramenti.