Dopo una lunga e complicata trattativa che va avanti da diverse settimane, i paesi che fanno parte dell’Unione Europea sono riusciti a raggiungere un accordo sui migranti, formulando ed approvando un testo che prevede nuove restrizioni al fine di rendere più semplice il negoziato del Parlamento UE a Granada. Il testo di oggi è stato votato favorevolmente da 15 paesi, mentre solo Polonia e Ungheria hanno votato contro, con Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia che hanno deciso di astenersi.
Di fatto il testo approvato oggi sui migranti funzionerebbe da ponte in vista delle prossima riunione informale del Parlamento UE che si terrà a Granada tra domani e venerdì, occasione in cui i Paesi dovrebbero lavorare al cosiddetto Pact of Migration. Il ritardo nel trovare questa intesa, poi raggiunta nell’ultima occasione utile prima del vertice di domani, era dovuto allo scontro tra Italia e Germania, in particolare in merito all’azione di recupero delle Organizzazioni non governative. I rappresentati tedeschi, però, hanno deciso di ascoltare ed accettare la posizione dell’Italia, facendo un passo indietro rispetto alle loro aspettative e riconoscendo nelle ONG una delle possibili cause dell’aumento degli arrivi di migranti.
Cosa prevede il patto UE sui migranti
Grazie all’accordo raggiunto oggi, l’auspicio della Commissione UE è quello che a Granada la questione migranti non sia eccessivamente preponderante con il rischio che si debbano mettere da parte altre discussioni altrettanto importanti. Non si conosce ancora, tuttavia, l’effettivo contenuto completo dell’intesa odierna, ma alcuni dei punti approvati erano già stati anticipati nelle scorse settimane e sarebbero rimasti pressoché immutati, ad esclusione della clausola sulle ONG.
Complessivamente, l’accordo sui migranti dell’UE prevede una serie di regole eccezionali per gestire, a livello europeo, gli arrivi, permettendo ai paesi di attivare misure più severe con maggiore rapidità. I richiedenti asilo potranno, dunque, essere trattenuti per un tempo maggiore sia per la verifica dell’eventuale domanda di soccorso, sia per la successiva espulsione non caso non siano idonei alla protezione internazionale. Focale nelle trattative è stata la discussione sulle ONG che operano per il recupero dei migranti, che secondo la posizione iniziale della Germania non dovevano essere incluse tra i punti utili ad attivare la situazione di crisi. Tuttavia, con la rettifica odierna, la Germania ha riconosciuto che le Organizzazioni e i loro salvataggi “rientrerebbero nell’uso strumentale della migrazione da parte dei paesi terzi“.