C’è una richiesta di archiviazione pendente sulla nuova inchiesta per omicidio a carico di ignoti nella vicenda di Cristina Golinucci, la 21enne scomparsa a Cesena il 1° settembre 1992 e mai ritrovata. A presentarla è stata la Procura di Forlì, che non avrebbe trovato alcun riscontro alla pista che puntava a un presunto collegamento con il giallo di un’altra giovane, Chiara Bolognesi, morta nello stesso periodo in circostanze inizialmente liquidate come suicidio. La madre di Cristina Golinucci, Marisa, spera che il caso non venga chiuso, confidando nell’atto di opposizione dei suoi consulenti, e ha rilanciato il suo appello ai microfoni di Chi l’ha visto? svelando una testimonianza che potrebbe dare nuova linfa alle indagini: “Quel giorno una donna ha visto qualcosa…“. “Chi sa la verità non si nasconda“, ha ribadito la madre della 21enne, impegnata in una battaglia che va avanti da anni.
La speranza della famiglia di Cristina Golinucci è che la persona in questione, di cui avrebbe appreso il racconto de relato, si faccia viva per consentire agli inquirenti di vagliare una pista di potenziale interesse investigativo. Stando alla descrizione che la presunta testimone avrebbe fatto a una parrucchiera, si trovava nei pressi del Convento dei Cappuccini – luogo in cui Cristina Golinucci sarebbe sparita – il giorno della scomparsa e avrebbe rivelato quanto segue, come riporta la stessa madre della giovane: “Il 1° settembre questa donna dice che era su, ai Cappuccini, il 1° settembre, che aspettava la figlia che faceva shopping. Avrebbe visto Cristina su per le scale, dal parcheggio, che discuteva con una persona animatamente. Questo l’avrebbe presa per calmarla…“. Della persona che la presunta testimone avrebbe visto con Cristina Golinucci c’è anche una descrizione sommaria da cui si potrebbe ripartire: “È un uomo più grande – ha spiegato l’avvocato Nicodemo Gentile, legale della madre di Cristina Golinucci –, all’inizio la donna dice che ‘sembrava il colloquio tra Cristina e quasi un familiare’” che poi sarebbe riuscito a calmare la ragazza.
Le ipotesi sulla scomparsa di Cristina Golinucci
La Procura di Forlì ha proposto al gip la sua istanza di archiviazione del recente fascicolo di indagine sulla scomparsa di Cristina Golinucci aperto nei mesi scorsi su impulso della famiglia della vittima. Un fascicolo per omicidio, rimasto contro ignoti, in cui si sarebbe esplorata l’ìpotesi di un legame con la morte di Chiara Bolognesi – sospettando l’azione di un unico soggetto -, la studentessa 18enne scomparsa poco più di un mese più tardi, il 7 ottobre dello stesso anno, ritrovata senza vita quasi un mese dopo la sparizione nelle acque del Savio e inizialmente ritenuta suicida. Le più recenti indagini sulla scomparsa di Cristina Golinucci e sulla morte di Chiara Bolognesi, condotte “ad ampio raggio”, riporta Il Corriere della Sera, non avrebbero portato all’identificazione dei responsabili del reato ipotizzato e sull’esito pesano “lacune investigative pregresse” indicate dai pm come “difficilmente colmabili” alla luce del tempo trascorso e dell’impossibilità di escutere alcune persone oggi defunte.
Sono principalmente tre le piste battute nel giallo Golinucci. Una riguarda la figura di Emanuel Boke, un giovane ospite del convento e condannato per violenza sessuale ai danni di una ragazza nel 1995, sospettato in passato per la scomparsa della 21enne e irreperibile dopo la sua partenza all’estero. Una seconda pista avrebbe puntato su un infermiere all’epoca dei fatti in servizio presso un ospedale dove Cristina Golinucci aveva fatto volontariato. Si sarebbe presentato più volte ai Cappuccini sostenendo di voler diventare frate, ma sentito in merito alla sparizione della ragazza avrebbe sempre negato un coinvolgimento nei fatti. La terza pista esplorata dagli inquirenti gravita intorno a un soggetto legato ad ambienti cattolici di Cesena e accusato di molestie da alcune donne. Pista che, come le altre, non sarebbe sfociata in elementi per procedere.