LE PAROLE DI LANDINI E CESTARO
Maurizio Landini, Segretario generale della Cgil, intervistato da Avvenire spiega le ragioni della manifestazione nazionale di domani: “Oltre al tema della pace, scendiamo in piazza a Roma con oltre 200 associazioni anche per il lavoro, contro la precarietà, per il contrasto alla povertà e l’aumento di salari e pensioni, per difendere la sanità e la scuola pubblica, per la tutela dell’ambiente e uno sviluppo sostenibile”. In piazza ci sarà anche lo Spi-Cgil Veneto, il cui Segretario generale Massimo Cestaro, come riporta lazione.it, evidenzia che “questo Governo di destra considera nababbi pensionati che hanno lavorato 40 anni come operai, insegnanti, infermieri, tecnici, versando sempre i contributi. Tutte persone che stanno pagando a caro prezzo l’inflazione scoppiata nel 2022 e che anche quest’anno rischiano di non ricevere la rivalutazione che gli spetta”. E “se l’intenzione è quella di confermare i tagli della rivalutazione come successo nel 2023, allora la manifestazione di Roma assieme alla Cgil sarà solo l’inizio e la protesta di sposterà anche sui territori”.
L’ANALISI DI ITINERARI PREVIDENZIALI
Come spiega Il Corriere delle Sera, nella Nadef viene ricordato che “l’effetto dovuto all’aumento del numero dei trattamenti previdenziali sopravanza quello relativo al contenimento degli importi pensionistici esercitato dalla graduale adozione del sistema di calcolo contributivo sull’intera vita lavorativa”. E il quotidiano milanese aggiunge che “a pesare sul fragile equilibrio del sistema previdenziale sono soprattutto le diverse modalità di prepensionamento”. Infatti, “secondo i dati del decimo Rapporto annuale del Centro Studi Itinerari Previdenziali, presentati a gennaio 2023, nel 2021 il rapporto tra lavoratori attivi e pensionati è leggermente migliorato. Tuttavia la stabilità del sistema rischia di essere minata ‘dalle troppe eccezioni alla riforma Monti-Fornero’. Secondo il rapporto, per garantire la tenuta del sistema sarebbe necessario ridurre le numerose forme di anticipo pensionistico a favore di una revisione duratura del sistema”. Resta da capire se e quando ci sarà.
LE PAROLE DI MAGNI, BONELLI E FRATOIANNI
Tino Magni, come riporta leccotoday.it, ricorda che “l’inflazione è una tassa iniqua che colpisce i più poveri” e che “il potere di acquisto delle famiglie diminuisce sempre di più per l’inflazione sui beni di prima necessità e per gli aumenti di benzina, luce e gas”. Il Senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra evidenzia, quindi, che “se non si inverte subito la rotta delle politiche economiche con interventi strutturali, come il taglio delle accise sui carburanti, la riduzione dell’Iva sul gas ma, soprattutto l’adeguamento di salari e pensioni all’inflazione, presto ci sarà uno tsunami. Un Governo incapace di rispondere ai bisogni degli italiani deve andare a casa. Per questo sabato saremo al fianco della Cgil per restituire diritti e dignità al lavoro, per salari e pensioni giuste”. Sulla stessa linea, come riporta cronacamarche.it, anche Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, che dichiarano: “Saremo in piazza per riaffermare, con tante e tanti, l’attualità della Costituzione e insieme la necessità di darle piena attuazione. Per restituire diritti e dignità al lavoro, per salari e pensioni giuste”.
LE PAROLE DI CUZZILLA
Oggi a Milano si terrà l’iniziativa pubblica dal titolo “Siamo tutti lavoratori. Difendere le pensioni e riportare l’equità”. Il Presidente della Cida, Stefano Cuzzilla, spiega che “l’intento è quello di ripristinare la verità sui conti del bilancio pubblico proprio in vista della definizione della prossima manovra finanziaria”. Cuzzilla evidenzia anche che “chi lavora si trova a sostenere una pressione fiscale asfissiante e incurante delle dinamiche inflattive che nell’ultimo anno hanno impoverito cuori e portafogli, ingenerando una sfiducia diffusa rispetto al diritto a una pensione equa e congrua. Chi invece alla pensione è arrivato faticosamente, è raggiunto da interventi riduttivi dei propri assegni: contributi di solidarietà e misure di blocco o peggiorative del sistema di perequazione. Misure contro le quali ci siamo sempre opposti con azioni concrete, come la scelta di adire le vie legali che tuttora in alcuni casi stiamo perseguendo”.
RIFORMA PENSIONI, L’INDAGINE MEFOP-LUISS
Da un’indagine condotta dall’Osservatorio Mefop-Luiss di Mauro Marè, come spiega Il Mattino, emerge che “il 44 per cento degli under 35 ha una preoccupazione, su tutte: non poter avere una pensione adeguata. L’assegno per il futuro preoccupa più della perdita di lavoro oggi (40 per cento) o dell’impossibilità di comprare una casa (23 per cento)”. Tuttavia, in pochi versano per la pensione complementare e un terzo del campione “dice di non averci ancora pensato, ‘perché c’è tempo’ confessando indirettamente una scarsa conoscenza finanziaria, oltre che previdenziale. Non solo. Rispettivamente il 29% e il 24% sostiene di non avere abbastanza risorse finanziarie da destinare alla previdenza complementare e di non avere un contratto di lavoro stabile”.
LE PAROLE DI ELSA FORNERO
Per i giovani, quindi, sembra esserci un problema relativo a scarse risorse nel presente che rende ancora più complicato averne un domani. Intanto, come riporta bergamonews.it, Elsa Fornero, ospite dell’Università di Bergamo, ha spiegato agli studenti che oggi sul welfare c’è una concezione lontana da quella con cui si è sviluppato in Europa il secolo scorso e questo pesa anche sulle aspettative dei giovani riguardo il loro futuro previdenziale. “Il problema è che nel tempo, per ragioni politiche, tutta l’attenzione è andata sul sistema pensionistico e altre voci – l’istruzione, la sanità, la famiglia – si sono ridotte. Ma i giochi si fanno all’inizio, non puoi rimediare a tutte le disuguaglianze precedenti nell’ultimo periodo della vita, quello del pensionamento”, ha detto l’ex ministra del Lavoro.
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