Nuovi risvolti sembrerebbero essere emersi sul caso del sottomarino nucleare cinese affondato ad agosto. Sulla vicenda sarebbero ruotate intorno diverse speculazioni e ricostruzioni fantasiose. Ora spunta però un rapporto segreto dell’intelligence militare britannica che avrebbe rivelato quanto in realtà era emerso subito dopo il fatto: il sommergibile sarebbe rimasto per sei ore negli abissi del Mar Giallo, per poi riemergere con a bordo i corpi dei 55 marinai che ospitava privi di vita perchè asfissiati. Ma ciò che l’intelligence specifica indicherebbe come non si tratterebbe di un incidente come Cina e Taiwan avevano fatto credere, ma di una trappola cinese anti-Usa. Insomma l’affondamento sarebbe stato causato di proposito.
Il rapporto sarebbe stato reso noto in esclusiva dal Daily Mail inglese, con tanto di smentita da Pechino. La notizia avrebbe però fatto il giro del mondo destando preoccupazione, anche per le possibili perdite radioattive che potrebbero essersi riversate nelle acque del Mar Giallo.
LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI LEGATI AL SOTTOMARINO CINESE
Nel rapporto dell’intelligence di Londra, l’incidente sarebbe avvenuto il 21 agosto nel Mar Giallo a poche miglia al largo dello Shandong, alle ore 8:12. Il sottomarino cinese 093-417 finisce su una trappola seminata davanti alle coste per danneggiare unità americane e di altre flotte impegnate in operazioni di ricognizione (spionaggio). La trappola è costituita da “una catena fissata a un’ancora”: lo 093-417 dopo l’impatto resta bloccato in profondità fino alle 14:04, alle prese con danni ai sistemi di navigazione. Quando riemerge, sei ore dopo, nello scafo vengono trovati 55 corpi senza vita: 22 ufficiali, 7 cadetti, 9 sottufficiali e 17 marinai semplici. All’epoca questa ricostruzione aveva destato dubbi, soprattutto con riferimento al fatto che i sottomarini sono predisposti per restare in profondità a lungo. Com’era stata possibile quindi la morte dei marinai a bordo?
Secondo il rapporto dei servizi segreti britannici, pubblicato dal Daily Mail, durante le sei ore necessarie per liberarsi dalla trappola e riemergere, nel sottomarino si sarebbe verificato un problema al sistema di purificazione dell’aria. Ecco perchè i 55 membri dell’equipaggio sarebbero morti asfissiati o intossicati. Inoltre secondo il tabloid britannico, le autorità cinesi non avrebbero richiesto aiuto internazionale per salvare i marinai. Ma in verità gli sos di questi ultimi sarebbero stati “captati da navi straniere nella zona”. Insomma, il giallo si infittisce ancora. Ad oggi comunque non esiste alcuna conferma ufficiale del presunto affondamento del sottomarino cinese: Pechino ha respinto le accuse, affermando che si tratta di «informazioni completamente false», ma anche Taiwan ha smentito le notizie diffuse su Internet. Il mistero, insomma, si infittisce.