AAA vendesi turismo. Prima la notizia di Alpitour, dove gli azionisti di maggioranza Alpitour World (Asset Italia 1, con TIP, Tamburi Investment Partners,l maggior investitore) hanno dato incarico a Goldman Sachs di “valorizzare”, ossia vendere, buona parte se non tutte le quote in portafoglio, con già alcuni grandi player interessati, tra i quali si parla della famiglia Aponte, quella di MSC crociere, che ha appena acquisito i treni Italo (e interessata soprattutto alla compagnia aerea di Alpitour, Neos, in alternativa alle trattative in corso per la portoghese TAP), ma anche Hilton e Tui. In tutti i casi, la discriminante per stabilire il risultato dell’operazione sarà il prezzo, che a oggi sembra nascondere una forbice consistente tra domanda e offerta. Si è parlato di un range valutativo atteso dal venditore tra 1.3 e 1.5 bn di euro. Secondo gli analisti di Equita Research, le valutazioni sarebbero però decisamente superiori alla valutazione di TIP: le indicazioni riviste di EBITDA FY23 portano la valutazione attorno a 1.12bn di euro, con un beneficio sulla valutazione del titolo TIP del 2%.
Dopo Alpitour adesso arriva la sorpresa Rocco Forte, l’impero italo-inglese forte di 14 hotel di lusso, 20 ville e 42 tra bar e ristoranti stellati, per un totale di oltre 1.500 camere. Stavolta il player è il saudita Pif, Public Investment Fund, fondo sovrano dell’Arabia Saudita (tra gli altri asset, è proprietario anche del Newcastle football club) con un patrimonio totale stimato di oltre 620 miliardi di dollari, che sarebbe pronto a rilevare il 49% della società (il 23% da Cdp Equity e il 26% dalla famiglia di sir Rocco Forte) da 300 milioni di sterline di ricavi. Molti osservatori aggiungono a queste due manovre anche quella del luglio scorso, che ha visto Alleanza 3.0 (la più grande Coop italiana) cedere le agenzie di viaggio Robintur a Gattinoni srl, partner di True Italian Experience, l’azienda che fa capo a Gianni Prandi, fino a dicembre fornitore di ITA Airways.
Turismo malato? Fine di un ciclo? Meglio valutare con attenzione i tre passaggi, iniziando a scorporare il terzo, che risponde ad altre istanze economiche. Alleanza 3.0 (nata nel 2016 dalle nozze fra Coop Adriatica, Coop consumatori Nordest, e Coop Estense) fa parte del Sistema Coop, che riunisce 94 cooperative di consumatori, di cui 7 grandi, con quasi 350 negozi e quasi 18 mila lavoratori, presente in nove regioni (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Puglia, Basilicata e Lazio). Il suo core business è la grande e media distribuzione, ma proprio la gestione dei supermercati s’è fatta difficile, con i rincari dei prodotti assorbiti in buona parte per non scaricarli sui clienti, una decisione costata nel 2022 una perdita da 132 milioni. Da qui la riorganizzazione degli asset, con la cessione di quelli considerati meno strategici, come appunto il 100% di Robintur (cui fanno capo Bt Expert, Conero Viaggi, Turismo srl, Cherry For Fun), con cash-out di circa 5 milioni di euro. Un totale addio al mondo del turismo completato con la liquidazione della controllata Viaggia con noi srl. Dunque la scelta di Coop è chiara: un tentativo di arginare perdite consistenti, destinate a segnare anche i bilanci 2023, e concentrarsi sulle prevalenti attività societarie, in difficoltà.
Tutt’altra analisi per i primi due capitoli, Alpitour e Rocco Forte. Che, al contrario di quanto si potrebbe pensare, potrebbero non essere segnali negativi per la travel & hospitality industry. Una certezza su tutte: si vende quando le condizioni di mercato sono favorevoli, non viceversa. E mai come in questo periodo il mondo del turismo dimostra una buona salute, frutto di una resilienza del settore e della conferma della predisposizione delle persone a viaggi e vacanze. Si tratta di stabilire se i dati 2023 alla fine saranno sovrapponibili a quelli pre-pandemia o superiori, ma in ogni caso l’Italia conferma il turismo suo volàno di crescita e di Pil. L’interesse internazionale per acquisire nuove strutture alberghiere nel nostro Paese, o costruirne di totalmente nuove, è un barometro attendibile dell’appeal del settore. In questo trend, non sorprende che chi ha saputo investire anche in tempi recenti (quando l’incertezza spingeva al contrario a rinchiudersi nei tagli-spesa e personale) oggi, con il vento a favore, veda l’opportunità per “valorizzare” quegli investimenti, incassando plusvalenze da reinvestire magari in altre opportunità. Questo per Alpitour, dove la maggioranza degli azionisti è data da operatori finanziari, non da tycoon con il mondo del turismo nel cuore, e anche dove si intuisce forse che la favorevole salute odierna potrebbe non diventare fisiologicamente stabile.
Per Rocco Forte valgono in parte considerazioni simili, con una sostanziale variante. L’imprenditore italo-inglese l’ospitalità nel cuore ce l’ha davvero: Rocco Forte Hotels gestisce alberghi a cinque stelle nel mondo (ad esempio l’Hotel de Russie e l’Hotel de la Ville a Roma, il Savoy a Firenze, Villa Igiea a Palermo, il Brown’s Hotel a Londra e la nuova Rocco Forte House a Milano). Il fondo Pif sembra investirà 700 milioni di dollari per il 49% della società, partecipata anche da Cassa depositi e prestiti per il 23%. E Cdp e la famiglia Forte dovrebbero mantenere il controllo del gruppo e continuare a guidarlo. Si tratta dell’ingresso, insomma, di un socio di capitale, probabilmente ritenuto necessario per rafforzare il portafoglio e consentire così nuove espansioni. Del resto, proprio la sottocapitalizzazione è generalmente considerata la zavorra più diffusa nell’impresa italiana, turismo per primo.
E dunque nessuna malattia particolare sembra affliggere il turismo italiano, che al contrario dimostra di vivere una stagione positiva, che sta attirando interessi e attenzioni. Cambiano piuttosto assetti e riferimenti, e come sempre in un periodo di trasformazioni e passaggi si teme di abbandonare lo status quo. In questo caso, però, vi sono ben poche incertezze, ma una sola istanza: quella di puntare sempre a un’innovazione sostenibile e di prospettiva, fatta di progetti, competenze, professionalità, rispetto per chi continua a credere nel settore.
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