Francesco Le Foche, in collegamento telefonico con Domenica In, ha svelato quali sono le sue attuali condizioni di salute dopo l’aggressione subita nel suo studio a Roma venerdì scorso. “Ho subito due interventi all’occhio, che è altamente traumatizzato. Sto un po’ meglio ma la prognosi resta riservata. Io credo di farcela, mi impegnerò. Sono al Policlinico Umberto I, in ottime mani. I medici sono bravissimi, sia professionalmente che umanamente”, ha affermato.
Il trentaseienne che lo ha ridotto in fin di vita, che in passato era stato suo paziente, è stato intanto arrestato. “È una persona con problemi psichici importanti. Qualche mese fa una collega lo aveva mandato nel mio studio perché aveva avuto dei problemi con dei medici del suo ospedale e quindi lo avevo curato io. Stava bene, non mi aveva più chiamato. Di recente mi aveva ricontattato per il suo cane, perché stava male e i veterinari sostenevano che stesse per morire. Io però gli avevo detto che non avevo le competenze per curarlo. Lui era stato insistente, mi aveva chiesto di fare qualcosa. Io ho provato a uscire dall’impasse, ma evidentemente non ci sono riuscito dato che ha avuto questo risentimento nei miei confronti. Mi dispiace per come sta. Ho conosciuto anche la mamma in passato, lo segue ma non riesce a controllarlo”.
Francesco Le Foche: “Sto meglio, ce la farò”. Il racconto dell’aggressione
Francesco Le Foche non ricorda molto dell’aggressione avvenuta nel suo studio a Roma. “Ho avuto una contusione improvvisa all’occhio, da lì il nulla. Mi sono risvegliato mentre mi facevano una Tac totale. Ero in terapia intensiva”, ha ricordato. In tal senso, non può che ringraziare pubblicamente la persona che lo ha soccorso per prima. “È un poliziotto che passava di lì, è intervenuto e ha evitato che succedesse il peggio. Mi ha salvato la vita”.
In virtù di ciò, l’immunologo ha voluto lanciare l’allarme su un fenomeno sempre più diffuso, quello delle aggressioni ai sanitari. “I medici purtroppo sono troppo esposti a queste situazioni. Noi amiamo il nostro mestiere e siamo onorati di occuparci della salute delle persone. ma dovremmo essere più tutelati. Il mio è un caso eccezionale, non è la regola. Con le problematiche psichiatriche può succedere di tutto. Per i medici in prima linea, come quelli di base e del pronto soccorso, è però più frequente e servono più tutele”, ha concluso.