Raz Degan, ospite a Verissimo, ha parlato della guerra in Israele, suo Paese di origine dove tuttora vivono molti suoi parenti. “Sono giorni difficili per tutto il mondo, ma per noi è un incubo. Vedere scene di bambini decapitati, donne stuprate e anziani trascinati per terra fa male all’anima. Non è umano, non riesco a credere che siamo arrivati a questo. Io ho sempre promosso la pace, indipendentemente dalle etnie e dalle religioni”.
L’attore, durante la sua infanzia, ha vissuto diversi conflitti, ma mai come questo. “Io sono cresciuto in un kibbutz a Nord, c’erano spesso delle guerre. Insieme ad altri coetanei vivevo nel bunker, ricordo mio papà andare via col fucile. La più terribile è stata quella del Kippur, nel 1973. A essere coinvolti però erano soltanto i soldati, non i civili. Abbiamo conosciuto la paura, ma non a questi livelli. Ora è terrorismo, non capisco perché queste persone sottomettono popoli interi per la loro idea di fanatismo”, ha ammesso.
Raz Degan: “Guerra in Israele non è umana”. La vita in Italia
Raz Degan si ritiene fortunato per la vita che ha potuto costruire in Italia, ma in passato è stato anche un soldato di Israele. “La leva è obbligatoria per 3 anni nel Paese. Non ero contento a 18 anni, ma sapevo di doverlo fare. A 21 anni, quando ho finito, sono andato via. Ho capito che il mio percorso era diverso. Il mio kibbutz era troppo piccolo per me, che mi sono sempre sentito un cittadino del mondo. Sono arrivato a Roma per caso”.
Una parte del suo cuore, tuttavia, è rimasto nella terra di origine. “Ho amici israeliani che quando vengono qui restano a bocca aperta, ma adesso ogni volta che li sento al telefono è un pugno tremendo. Non c’è una persona in Israele che non sia stata colpita da questa guerra. Ho compreso che tutti hanno lo stesso desiderio: far crescere i propri figli nella pace”, ha concluso.