I terroristi dell’Isis arrestati a Milano avevano minacciato sui social network la Premier Giorgia Meloni. L’indagine condotta dalla Sezione antiterrorismo internazionale della Digos e coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo lombardo ha messo in luce alcuni messaggi preoccupanti a firma di Alaa Refaei e Gharib Hassan Nosair Mohamed Nosarin, entrambi originari dell’Egitto e da tempo residenti in Italia, che ora si trovano in carcere.
“Non ti preoccupare per noi, sappiamo benissimo come zittirli e fermarli al momento giusto. Viviamo con loro da banditi, pronti a colpirli a ciabattate”, aveva scritto ad esempio uno dei due sotto ad un video che ritraeva la Presidente del Consiglio insieme a Silvio Berlusconi come riportato da Libero Quotidiano. Il termine banditi, in tal senso, nella sua traduzione dall’arabo, sta a significare sicari. Giorgia Meloni e gli altri membri dell’esecutivo, tuttavia, non sarebbero state le uniche vittime di questa loro missione volta a instaurare la jihad in Italia.
Terroristi Isis arrestati a Milano avevano minacciato Meloni: i messaggi
Le indagini sui due terroristi dell’Isis arrestati a Milano, che avevano minacciato anche Giorgia Meloni, hanno evidenziato una fitta rete di comunicazione su gruppi Whatsapp e Telegram con oltre 200 partecipanti, in cui venivano diffusi materiali informativi e apologetici all’organizzazione terroristica ma anche inviti a compiere violenza. “Uccidete gli ebrei, uccideteli ovunque li troviate”, scriveva uno. A volte i destinatari erano anche musulmani moderati. “Distruggere le basi della religione e apparire simili ai miscredenti (cristiani ed ebrei) sottovaluta il popolo dell’islam”, diceva un altro.
Qualcuno all’interno delle chat, come riportato da La Verità, condivideva anche le proprie esperienze. “Sparare con un’arma da fuoco ti fa avere un cuore di ferro, qualsiasi persona che spara diventa rigida. Io ho sparato e all’inizio avevo paura, poi mi sono abituato”, si legge. Alaa Refaei e Gharib Hassan Nosair Mohamed Nosarin erano tra i membri più attivi dei gruppi.