Liliana Dell’Osso, presidente società italiana psichiatria, è stata ospite stamane del programma di Rai Uno, Uno Mattina in Famiglia, per parlare di malattie mentali: “C’è ancora lo stigma – esordisce la dottoressa – ma in passato era più accentuato. Quando non ci sono cure per una malattia si teme addirittura di nominarla, si diceva ‘brutto male’ (riferendosi al cancro ndr), ora questo caso è stato sdoganato e lo stesso avviene anche per i problemi mentali, sta avvenendo comunque da tempo, già dagli anni ’80”. Sui pregiudizi: “I più diffusi? La malattia mentale è associata ad una compromissione dell’adattamento psicosociale in tutto tondo, si ritorna al concetto di paura. E’ ingiustificata la paura, oggi noi disponiamo di strumenti di trattamento veramente efficaci e straordinari, quella che era l’immagine della follia nell’era pre farmacologica oggi la leggiamo solo nei libri”.
Certamente l’outing delle celebrity sta aiutando in tal senso: “Bisogna invitare le persone a chiedere aiuto, una terapia, ma c’è ancora una latenza fra l’insorgere dei primi sintomi e la prima osservazione psichiatrica anche perchè sia il paziente quanto le famiglie non accettano e non vogliono che si sappia che c’è un malato psichiatrico in famiglia”. A riguardo vanno segnalate anche le parole di Aldo Cazzullo sempre a Uno Mattina in Famiglia, che ha intervistato Fedez sul Corriere della Sera: “Fedez è stata la voce di una generazione che ha già subito prove difficili come la pandemia, lui ha bruciato le tappe, ha già avuto una malattia terribile che gli ha provocato mentali fisici e psichici, penso che mostrarsi fragili non è una cosa di cui si debba vergognare se mai di andare fieri, e per tanti ragazzi che hanno avuto problemi analoghi, sapere che anche una persona nota e fortunata come Fedez li ha, ha aiutato molto”. In studio anche Ettore Focardi, presidente AnfFas Toscana, che ha aggiunto: “Il fatto di trovarsi di fronte ad una malattia che tende ad isolare l’individuo e la famiglia stessa, mette di fronte la famiglia ad una difficoltà perchè queste famiglie non sono preparate a coniugare queste difficoltà con i contesti sociali intorno e da questo punto di vista l’aiuto delle associazioni famigliari diventa cruciale e riesce a far si che ci sia una inclusione delle famiglie nella società”.
MALATTIE MENTALI, FOCARDI: “C’E’ IL PROBLEMA DELLA PRESA IN CARICO”
E ancora: “Una cosa importante all’esordio delle malattie mentali è il problema della presa in carico di questi soggetti e spesso si trovano delle difficoltà per far rispettare alcuni dei diritti che hanno queste persone per poter predisporre per loro progetti di vita che permettano di facilitare l’inserimento in società. Le associazioni possono vigilare che ciò accada”.
Sul sistema sanitario nazionale Focardi spiega: “Il SSN cerca di tutelare questo servizio ma spesso la formazione delle persone non è sufficientemente adeguata quindi le associazioni possono aiutare in tal senso”. La professore Dell’Osso ha ripreso la parola chiosando: “L’utenza psichiatrica di oggi è rappresentata solo dal 25 per cento dagli schizofrenici di un tempo quindi il sistema sanitario deve cambiare per curare il 75 per cento dei pazienti che non erano i vecchi schizofrenici e sono i giovani, gli ossessionati dal mangiare sano, le psicosi indotte da cannabinoidi, poi l’autismo, bisogna aggiornare tutto”.