Tutti gli anni, il 2 novembre, la Chiesa ha indetto la Commemorazione dei defunti: di tutti i fedeli defunti. Questa giornata è conosciuta in modo popolare con il nome di “giorno dei morti“, e segue alla Solennità di Tutti i Santi o Ognissanti, anche se non è annoverata fra le feste di precetto.
La festa è sempre preceduta da un tempo di preghiera, che dura nove giorni, la cosiddetta Novena dei morti.
Le storia della Commemorazione dei defunti
Questa festività ha origini molto antiche. Nasce infatti durante il periodo bizantino, quando la tradizione voleva che vi fosse un momento di celebrazione dei morti intorno alla fine di gennaio.
Per la Chiesa questo rito viene fatto risalire intorno alla fine del X secolo, quanto l’abate benedettino Sant’Oddone di Cluny stabilì che il 1° novembre, dopo i vespri, le campane avrebbero suonato i rintocchi funebri e che il giorno successivo l’eucarestia sarebbe stata offerta “pro requie omnium defunctorum”.
Si dovrà aspettare però fino al XIV secolo prima che questa festività appaia ufficialmente nell’Ordo Romanus.
In Italia, nonostante non sia inserita tra le festività ufficiali, la Commemorazione dei defunti è una festa particolarmente sentita, durante la quale è usanza recarsi al cimitero per visitare i propri cari e lasciare loro un omaggio floreale o una candela.
Le celebrazioni per la Commemorazione dei defunti in Italia
Vi sono diverse città italiane che festeggiano in modo particolare questa commemorazione, in molti comuni ad esempio si preparano dei dolci tipici chiamati “dolci dei morti” per onorare la memoria dei defunti.
Nella provincia di Cremona e di Lodi invece è tradizione preparare un piatto antico chiamato in dialetto “Fasulìn de l’öc cun le cùdeghe”, ovvero dei fagioli dall’occhio accompagnati alle cotenne di maiale.
Anche in Sicilia la Commemorazione dei Defunti è legata a delle usanze culinarie infatti, secondo le storie tramandate, durante la notte di Ognissanti i morti lascerebbero ai bambini dei piccoli regalini, dei dolcetti tipici chiamati “ossa dei morti” e frutta di Martorana.
Salendo in centro Italia, in particolare nella provincia di Massa-Carrara, il 2 novembre è l’occasione del bèn d’i morti, cioè un’antica tradizione secondo la quale i defunti lasciavano il compito ai propri cari, rimasti in vita, di distribuire il cibo ai più bisognosi, mentre ai bambini veniva regalata una collana, chiamata sfilza, composta da mele e castagne bollite.
Nella vicina zona dell’Argentario, invece, le usanze vogliono che venissero cucite delle grandi tasche sugli abiti dei bambini orfani affinché chiunque potesse riempirle con una personale offerta in cibo o denaro; allo stesso modo i bambini venivano ricordati anche da defunti, poiché era abitudine lasciare delle scarpette sulla loro tomba, poiché si credeva che in quella notte tornassero a camminare tra i vivi.
In Abruzzo vi è una tradizione molto simile a quella Americana di Halloween: si usa intagliare le zucche per poggiare al loro interno delle candele così da trasformarle in lanterne.
In ultimo, a Castel San Giorgio, un piccolo paese della provincia di Salerno, vi è un’usanza molto particolare: viene esposto il Presepe all’interno del cimitero e nel giorno del 2 novembre è abitudine che venga eseguito un concerto di musica classica che moltissime persone da tutti i comuni limitrofi.
I Santi del giorno
Il 2 novembre, oltre alla Commemorazione dei defunti, la Chiesa venera anche San Vittorino, vescovo e martire; Beato Pio Campidelli, religioso; San Malachia di Armagh, vescovo; Beata Margherita di Lorena, vedova; San Giusto di Trieste, martire; San Marciano di Siria, confessore, e Santa Vinfreda, vergine e martire.