Ogni 4 novembre, la Chiesa celebra San Carlo Borromeo, universalmente noto come San Carlo, cardinale e arcivescovo cattolico italiano, canonizzato nel 1610 da papa Paolo V a soli 26 anni dalla morte. Personaggio centrale del ‘500, fu dedito ai poveri donando loro tutti i suoi averi e, durante la peste che colpì Milano nel 1576, si premurò di stare al fianco dei malati.
La storia di San Carlo Borromeo: una vita per gli altri
Carlo nasce nella Rocca dei Borromeo nel 1538, secondogenito del Conte Gilberto. Cresce nel lusso, portando avanti i suoi studi in modo brillante a Pavia, per poi proseguire la propria carriera a Roma, dove fu nominato cardinale alla giovanissima età di 22 anni.
Carlo prende parte al Concilio di Trento e nel 1563 viene consacrato vescovo e scelto per guidare la prestigiosa Cattedrale di Sant’Ambrogio a Milano.
All’epoca questa diocesi era una delle più importanti, tanto da estendersi sul territorio lombardo, veneto, ligure e svizzero.
Carlo prese molto seriamente il suo compito e visitò ogni angolo della sua diocesi per controllare sia la formazione del clero, che le condizioni in cui versavano i suoi fedeli.
La sua opera caritatevole fu incessante, durante la sua vita edificò seminari, ma anche ospedali e ospizi, utilizzando tutte le risorse a sua disposizione per aiutare i più bisognosi.
Ripristinò l’ordine nelle strutture ecclesiastiche, affinché l’influenza dei politici locali non potesse interferire con l’operato del clero. Nonostante la sua posizione di rilievo all’interno della Chiesa, non si tirò mai indietro anche nelle attività più umili: perfino durante la peste che colpì il territorio nel 1576 volle assistere in prima persona i fedeli malati, quando tutte le autorità erano fuggite. Portò avanti il suo operato tenendo sempre alto il suo motto personale, “Humiltas”, appoggiando la nascita di istituti e fondazioni in tutta la zona. Carlo morì alla giovane età di 46 anni il 3 novembre 1584, debilitato dopo una grave malattia. Nel suo testamento Carlo Borromeo confermò il suo spirito caritatevole, nominando come unico erede universale l’Ospedale Maggiore di Milano.
Il legame con Milano di San Carlo Borromeo
Dal momento della sua morte fino ad oggi, i resti di San Carlo Borromeo sono stati conservati all’interno della cripta del Duomo di Milano, e proprio con questa città, e tutta la Lombardia, San Carlo ha un rapporto molto stretto, tanto da essere stato nominato Copatrono con Sant’Ambrogio.
Il Santo è molto amato però anche sul lato piemontese del Lago Maggiore, in particolare ad Arona, suo paese natale.
É proprio in questo comune di poco più di 13 mila abitanti, in cui è presente il Parco naturale dei Lagoni di Mercurago (inserito dal 2011 nell’elenco del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO), che ogni anno vengono organizzati dei festeggiamenti molto particolari in suo onore, con bancarelle che offrono i prodotti tipici del luogo, degustazioni, premiazioni, esposizioni, spettacoli e il tradizionale lancio dei palloncini. Ad Arona è inoltre presente il Sancarlone, uno straordinario monumento davvero unico, poiché consiste in un’enorme statua alta ben 23 metri che rappresenta la figura del Santo.
Gli altri Santi del giorno
Il 4 novembre di ogni anno, oltre a San Carlo Borromeo, la Chiesa venera anche: Santi Vitale e Agricola, protomartiri bolognesi, morti durante la persecuzione di Diocleziano e Massimiano; Beata Elena Enselmini, monaca morta a soli 24 anni consumata dalla malattia; San Felice di Valois, eremita molto amato dal popolo; Beata Francesca D’Amboise, duchessa di Britannia e fondatrice del ramo femminile dell’ordine carmelitano; Sant’ Emerico d’Ungheria principe, a cui sono attribuiti molti miracoli avvenuti presso il suo sepolcro; San Pierio prete, ricordato per la sua temperanza e umiltà.