Giancarlo Armati, il figlio venticinquenne di Virginia Sanjust di Teulada, è stato ospite a Storie Italiane per parlare di come sta la mamma, che è stata recentemente condannata per furto a due anni e due mesi di reclusione. “Sta male dal 2004. Ha avuto decine di Tso e diversi ricoveri in comunità. Col tempo è stata sempre peggio, ad eccezione di alcuni momenti. È stato un percorso di alti e bassi. Dal 2020 in poi è andato tutto male. Ci sono dei momenti in cui è lucida, altri meno”, ha raccontato.
L’ex conduttrice della Rai ha avuto diversi problemi con la giustizia. Nel 2020 ha anche avuto una lite con la nonna Antonella Lualdi, che l’ha denunciata per tentata estorsione per una decina di euro. “Io penso che gli intenti fossero buoni, ma non credo che le condanne siano la soluzione al problema. Dopo quel problema è stata messa in carcerazione preventiva in una casa di cura”, ha ricordato. È in quel periodo che è stato nominato suo amministratore di sostegno. “Il percorso in comunità per me è la soluzione migliore. Non posso però obbligarla, ma solo consigliarla. Adesso invece fa una vita nomade. Ho paura che possa fare del male a se stessa”.
Giancarlo, figlio di Virginia Sanjust: “Sta male dal 2004”. Il racconto
Giancarlo Armati, il figlio di Virginia Sanjust di Teulada, ha voluto denunciare anche il poco sostegno che ha ricevuto da alcuni ospedali. “I medici che sono riusciti ad aiutare mia mamma ci sono e li ringrazio, alcuni si sono occupati pure di portarle la terapia a domicilio. Altri invece l’hanno abbandonata”. A tal proposito il venticinquenne ha voluto denunciare un episodio.
“Domenica 15 ottobre mia mamma si era presentata nel primo pomeriggio in un ospedale di Roma. Una dottoressa mi ha chiamato più di una volta per chiedermi di venirla a prendere. Io l’avevo sentita e sapevo che non stava bene, pensavo che dovesse essere ricoverata. Era entrata e aveva chiesto di fare una doccia, ma era un modo per chiedere aiuto. Non prendeva le terapie da tempo. I medici invece non hanno compreso. Hanno chiamato prima me, poi mia nonna e mia zia. Io ero in Toscana, ma anche se fossi stato lì non sarei andata a prenderla. Aveva bisogno di un ricovero. Dovevano informarsi di più sul suo stato. Non è stato fatto”, ha raccontato.