LE PAROLE DI DE LUCA, CALENDA E CONTE
Tranchant il giudizio del Presidente della Campania, Vincenzo De Luca, sulle misure di riforma delle pensioni contenute nella Legge di bilancio riportato da Lapresse: “Hanno fatto peggio della legge Fornero, volevano cambiarla e hanno aumentato ancora di più l’età pensionabile anche per le donne. Tutte le stupidaggini che hanno raccontato in campagna elettorale si sono rivelate stupidaggini”. Carlo Calenda, leader di Azione, su Twitter evidenzia, invece, che “per molti anni c’è stata una gara ad insultare Elsa Fornero con i toni più beceri da parte di esponenti politici e giornalisti di destra. Forse, dopo l’intervento sulle pensioni previsto dalla legge di bilancio, qualcuno potrebbe scusarsi”. Secondo il Presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, come riporta Adnkronos, “sulle pensioni, addirittura, se si conferma la bozza che circola si rischia di peggiorare anche la legge Fornero, loro che avevano promesso di superarla”.
IL NUOVO ATTACCO DELLA CGIL SULLA RIFORMA PENSIONI
Non è il primo e non sarà l’ultimo avviso di sciopero che i sindacati lanceranno da qui a fine anno per gli effetti della Manovra 2024: la Cgil rilancia la protesta dopo aver visto le novità sulla riforma pensioni e sulle rivalutazioni, come del resto aveva già preallertato il segretario generale Landini negli scorsi giorni.
«Il governo disattende tutte le promesse elettorali fatte, anche sulle pensioni: non c’è niente per i giovani, c’è un netto peggioramento per le donne», attacca la segretaria confederale Cgil con la delega sulle pensioni, Lara Ghiglione. Secondo il sindacato “rosso”, con questa riforma pensionistica «si penalizza chi ha un percorso di lavoro più fragile: i manager andranno prima in pensione rispetto a chi lavora nelle ditte di pulizia in virtù dell’aumento della soglia sulla pensione sociale, passata a 3,3 volte. Si fa cassa sulle pensioni e viene meno l’impegno di superare la legge Fornero». Tutte queste ragioni portano la Cgil – assieme alle altre critiche mosse da tempo sulla Finanziaria – allo «sciopero generale delle prossime settimane».
LE PENALIZZAZIONI DI QUOTA 104
Continuano a emergere nuovi dettagli sulle misure di riforma delle pensioni contenute nella bozza di Legge di bilancio. Italia Oggi spiega infatti che Quota 104 prevede una penalizzazione pari al 12% della quota di pensione retributiva se si intende andare in quiescenza a 63 anni. Tale percentuale scende al 9% se invece si vuole lasciare il lavoro a 64 anni, al 6% se ci si ritira a 65 anni e del 3% se in pensione ci si va a 66 anni. Nella bozza non c’è però traccia del cosiddetto bonus Maroni, che premia chi rinuncia ad andare in pensione con un aumento della busta paga pari al 9,19% della quota di contributi a carico del lavoratore. Il Sole 24 Ore spiega invece che con la manovra arriverà “in via sperimentale per il biennio 2024-25 per i lavoratori interamente contributivi (chi è ‘attivo’ dal 1° gennaio 1996) il riscatto agevolato per colmare i cosiddetti ‘vuoti contributivi’, sulla falsariga del “recupero” della laurea, fino a una massimo di 5 anni, con un meccanismo di 120 rate non inferiori a 30 euro mensili”.
LE PAROLE DI PACIFICO
Di fronte alle misure di riforma delle pensioni che dovrebbero far parte della Legge di bilancio, Marcello Pacifico, Presidente nazionale dell’Anief, come riporta tecnicadellascuola.it, ritiene necessaria “una deroga per chi lavora nella scuola, perché non è possibile trattenere in servizio gli insegnanti dopo i 63 anni: gli anni di formazione universitaria, come altri tipi di contributi, devono essere riscattati gratuitamente. Inoltre, il lavoro scolastico deve essere considerato una volta per tutte usurante (non solo in alcuni casi come avviene oggi). Come pure occorre introdurre delle agevolazioni fiscali e investimenti appropriati per le pensioni complementari, in modo da rivalutare quello che ad oggi rimane un contributo figurativo da parte dello Stato”. Per il deputato della Lega Davide Bellomo, invece, come riporta giornaledellapuglia.com, occorre che tutte le forze politiche prendano un impegno: “Aumentare progressivamente le pensioni anno per anno”.
RIFORMA PENSIONI, IL DDL DI MISANI
Ospite della rubrica di Libero “Parlamentari scatenati”, dedicata ai disegni e alle proposte di legge di senatori e deputati, Antonio Misiani ha ricorda che “siamo seduti su una bomba sociale” dal momento che “tanti giovani hanno carriere previdenziali discontinue, campano con contratti precari e livelli contributivi molto bassi. Questo rischia di consegnarci a una generazione di pensionati poveri: dobbiamo affrontare questa emergenza per tempo”. Per questo il senatore del Partito democratico ha presentato un ddl per introdurre una pensione di garanzia destinata a chi si trova nel sistema contributivo pieno, che mira a portare le pensioni a 750 euro al mese con un incentivo di 15 euro per ogni anno in più rispetto ai vent’anni di contribuzione, fino a un massimo di 1.000 euro mensili.
LE PAROLE DI AMATULLI
Intanto, come riporta sassilive.it, il Segretario generale della Fnp-Cisl Basilicata Giuseppe Amatulli spiega che in attesa del testo definitivo della Legge di bilancio, “possiamo anticipare che ci sono alcuni segnali positivi, ma anche delle ombre, soprattutto per quanto riguarda la parte previdenziale. Abbiamo chiesto al Governo di risolvere tutte quelle situazioni di iniquità prodotte dalla legge Fornero. C’è da mettere mano al meccanismo di indicizzazione delle pensioni per fasce di importo che non tutela adeguatamente il potere di acquisto delle pensioni in un contesto congiunturale caratterizzato da un’elevata inflazione. Rivalutare le pensioni equivale ad un rinnovo contrattuale e rappresenta per molte famiglie precarie che hanno la fortuna di contare sulla pensione di un genitore di poter affrontare un costo della vita sempre più alto.
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