43 minuti. È questa la durata del video assemblato dall’esercito israeliano, che ha deciso di mostrare ai media internazionali l’eccidio di Hamas. Si tratta del montaggio di vari materiali digitali, raccolti in questi diciassette giorni ma girati tutti nella giornata del 7 ottobre, quando il gruppo terroristico ha provocato 1.400 morti, per la maggior parte civili. Si tratta di video girati dalle telecamere indossate dai terroristi di Hamas, dalle riprese dagli obiettivi nei villaggi, dalle videocamere sui cruscotti delle auto e ancora dai primi soccorritori. L’attacco è durato 10 ore: l’esercito ha riassunto il tutto in 43 minuti.
La proiezione è avvenuta in una base militare a nord di Tel Aviv, come spiega il Corriere della Sera. Ai giornalisti e ai media presenti è stato chiesto di lasciare fuori i cellulari: alcune di queste scene non sono mai state viste dagli israeliani, hanno spiegato. Il video che invece è stato reso disponibile per la pubblicazione dura poco più di un minuto e a detta dell’esercito, sono state lasciate fuori le scene più feroci. I portavoce hanno chiesto di omettere i nomi dei kibbutz: i familiari, infatti, spesso non conoscono i dettagli della morte dei loro familiari.
Le immagini riprese dai terroristi di Hamas
Morti e rapiti nel video reso noto dall’esercito israeliano dell’attacco di Hamas in Israele. Tante le scene tragiche riprese, come quella del padre e dei due figli che corrono in mutande verso la porta nel kibbutz a confine con Gaza. Qui gli uomini in mimetica tirano una granata e il padre muore sul colpo: i terroristi invece prendono i ragazzi, tra i 9 e i 12 anni, disperati per la morte del papà. Nelle telecamere montate sui giubbotti antiproiettili di Hamas viene ripresa invece carneficina dalla prospettiva degli sterminatori: loro si incitano e si scambiano ordini, poi inquadrano i corpi a terra.
In alcune immagini, i terroristi prendono un lavoratore thailandese e gli sparano, lo prendono a calci e qualcuno con una zappa lo colpisce al collo per staccagli la testa. Si vedono le mani che tengono il manico e i colpi che si abbattono sul collo, come spiega il Corriere della Sera. “Hanno eseguito gli ordini descritti nei manuali che abbiamo trovato. Hanno ripreso tutto per usarlo in una strategia del terrore psicologico” spiega il generale Mickey Edelstein. “Riteniamo che anche i cosiddetti “civili” – spiega ancora – siano legati ad Hamas. Erano la terza ondata prevista dai piani dei terroristi“.