Quella di Massimiliano è una storia di solitudine ma allo stesso tempo di speranza. L’uomo, di 54 anni, era solito girare con il suo cagnolino Zair a Santa Maria al Bagno. In una campagna della marina di Nardò, viveva in un camper dismesso, avendo una pensione da poche centinaia di euro e nessun alloggio. Un uomo solo e “riservato ma sempre disponibile alla chiacchiera e con tante cose da dire”, come lo racconta chi lo conosceva. Al suo fianco, sempre il fedele amico Zair e altre persone che gli hanno voluto bene, aiutandolo per quanto possibile. Circa un anno fa, però, è arrivata la sentenza – per fatti piuttosto datati – che ha disposto l’ingresso in carcere.
In quel momento, il 54enne salentino ha cercato una famiglia per Zair, che ha un nuovo padrone e viene trattato benissimo. Per Massimiliano, però, è sempre più difficile rimanere solo dietro le sbarre: nessuno, infatti, va a trovarlo. Così la Direzione del Penitenziario di Borgo San Nicola si è prontamente attivata per fare un regalo al detenuto, donandogli un momento di gioia, permettendogli di riabbracciare il suo amico a quattro zampe.
L’abbraccio con il cane nel roseto del carcere
La dottoressa Monica Rizzo ha disposto un incontro tra Massimiliano e il suo amico più caro: il cagnolino Zair, che fino a un anno fa viveva con lui. Grazie alla sensibilità dimostrata dalla direttrice, Maria Teresa Susca, all’interno del carcere è avvenuto l’emozionante incontro. I due si sono riabbracciati in un roseto creato e accudito da un detenuto, come spiega Repubblica: qui si avverte un’aria di serenità e pace. Proprio nel roseto, il cane e il suo amico hanno potuto trascorrere del tempo insieme, nel ricordo dei bei momenti passati insieme.
Dal carcere c’è grande soddisfazione per quanto fatto: “Tutto questo ci fa ben sperare che l’importanza che si dà all’individualizzazione del trattamento detentivo sia il punto di forza per la rieducazione dei detenuti. Tale trattamento è l’unico in grado di rispondere ai particolari bisogni della personalità di ciascun soggetto, ancora più efficace se si dà particolare attenzione al modo in cui il soggetto ha vissuto, alla sua storia specifica, al suo vissuto familiare”.