Carlo Conti sulle pagine del quotidiano Avvenire ha parlato dell’importanza dell’8xMille alla Chiesa, che secondo il noto conduttore può fare veramente la differenza nella vita di migliaia di persone. “Posso dire”, sostiene, “che tocco con mano quello che viene fatto” con le donazioni. Spiegando che “ho conosciuto questo mondo attraverso la raccolta diretta di fondi per le mense e le opere francescane“.
Secondo Carlo Conti “sono tante le chiese che aiutano le persone, e questo grazie a una semplice firma”. Il conduttore, che non ha mai fatto mistero della sua fede, racconta che “quando vado all’Antoniano (a Bologna, ndr.) mi piace fermarmi alla mensa francescana che è bellissima e dove si mangia benissimo. Ti accorgi che le persone che la frequentano oltre che del pasto hanno bisogno di un sorriso, di non sentirsi sole e abbandonate. Ed è una cosa che la Chiesa e i sacerdoti fanno”. Oggi, spiega Carlo Conti, “siamo tutti social, abbiamo mille follower, sappiamo tutto di tutti, siamo tutti ‘amici’ e siamo tutti più soli”.
Carlo Conti: “La Chiesa investe veramente l’8xMille dei cittadini”
Andando avanti nella sua intervista, Carlo Conti torna a parlare dell’8xMille spiegando che “c’è un doppio mondo. Una parte apprezza quello che fai e l’altra è diffidente, quelli che si domandano chissà quanto arriva davvero ai bisognosi”. Dal conto suo, però, ci tiene a garantire “perché lo tocco con mano, che i frati francescani sostengono totalmente le loro missioni“. Specifica, tuttavia, che alcune associazioni effettivamente sottraggono gli aiuti, ma di contro “gli enti legati alla Chiesa e la Chiesa stessa fanno sul serio“.
“Sono rimasto colpito”, spiega ancora Carlo Conti, “di quanto il Covid abbia creato una serie di nuovi poveri e famiglie bisognose, di quanti hanno persone il lavoro e non avevano materialmente di che arrivare a fine mese” e che hanno deciso di rivolgersi “alle mense francescane”, dove hanno trovato quel conforto materiale e morale di cui avevano estremamente bisogno. “Ma l’importante”, conclude Carlo Conti, “è anche donare un sorriso, una chiacchierata“.