Giuliano Cazzola, ex sindacalista, ma anche ex parlamentare, ha parlato delle pensioni sulle pagine del Giornale, disegnando per gli anni a venire un futuro a dir poco tragico. L’attuale sistema, infatti, non può reggere ancora a lungo, e l’esperto ritiene che sia stato a causa, soprattutto, della “logica che ha prevalso fino ad ora: quella del ‘prendi i soldi e scappa’”. Tuttavia, “finalmente ci stiamo accorgendo che, prima ancora di un problema di sostenibilità finanziaria, ce n’è uno drammatico di demografia“.
Secondo Cazzola, infatti, nei prossimi anni ci sarà un aumento delle pensioni perché si ritireranno dal mondo del lavoro “le coorti più numerose” come quella del 1964 in cui “nacquero 1,1 milioni di bambini”. Differentemente, però, “la platea col passare del tempo va a diminuire, per il banale motivo che non sono nati i contribuenti: nel 2022 solo 290 mila nascite“. A penalizzare fortemente il sistema delle pensioni, secondo Cazzola, è stato soprattutto il fenomeno “dell’anticipo del pensionamento“, che ora crea un doppio problema, con persone pensionate a 60 anni che “a 80 anni si trovano in difficoltà perché la loro pensione ha perso valore”.
Cazzola: “Il sistema delle quote per le pensioni è illusorio”
Continuando il suo ragionamento sulle pensioni, Giuliano Cazzola sostiene che “il regime delle quote ha preso la mano al legislatore” diventando “una sorta di labirinto da cui non riesce ad uscire”. Infatti, “il sistema è tutt’altro che flessibile, perché i due parametri non vanno sommati ma realizzati entrambi”, mentre ritiene anche che “era illusorio pensare che si verificassero nel medesimo tempo”.
“Se si deve continuare a lavorare per maturare uno dei requisiti”, spiega ancora Cazzola, “si incrementa anche l’altro” e l’incremento dei parametri delle quote non ha fatto altro che allargare la contraddizione. Particolarmente dannoso è stato, inoltre, “il salto da quota 102 a quota 103” che portò molti 64enni che non avevano maturato 38 anni di contributi “ad affrontare un nuovo scalone”. Allo stato attuale, infine, Cazzola sostiene che il sistema delle pensioni “sta tornando all’impianto Fornero” che si era fatto tanto per cercare di superare, ma di contro “le ferite hanno lasciato il segno”.