Amy Ayalon, ex capo dello Shin Bet, i servizi segreti israeliani, ha commentato a La Stampa ciò che sta accadendo nel suo Paese: “Hanno ucciso bambini, donne, li hanno bruciati, è stato un massacro. Un’operazione di terra nella Striscia di Gaza non è solo necessaria, è fondamentale per la sopravvivenza di Tel Aviv. Non possiamo lasciare che Hamas controlli i palestinesi a poche centinaia di metri dai nostri villaggi. Troverebbero il modo di penetrare di nuovo e ucciderci”.
L’obiettivo, tuttavia, è quello di evitare il più possibile che ci siano delle vittime tra i civili. “La nostra guerra è contro il braccio armato di Hamas, le brigate Ezzedin al-Qassam e i leader politici che hanno diretto l’assalto del 7 ottobre. Dobbiamo dire al mondo che non combattiamo l’Islam, ma un’ideologia che non accetta il nostro diritto a creare uno Stato. Quanto meno saranno i morti, quanto prima arriverà la nostra vittoria e la comprensione delle persone che oggi odiano quello che stiamo facendo”.
Amy Ayalon: “Vittoria di Israele non sarà militare”. Il commento dell’ex capo dello Shin Bet
Amy Ayalon, tuttavia, è convinto che la vittoria di Tel Aviv non sarà militare. “Hamas è anche una ideologia e non si sconfigge con la forza, ma contrapponendo un’altra ideologia. Israele ha smesso di farlo dalla seconda Intifada (2000). Non ha più proposto un’orizzonte politico ai palestinesi. Se loro pensassero che possono ottenere la loro libertà con uno Stato palestinese al fianco di uno ebraico la maggior parte appoggerebbe qualsiasi sforzo per ottenerlo in modo diplomatico, perché in quel modo non morirebbero per strada. Oggi appoggiano Hamas perché si presenta come l’unica organizzazione che lotta per mettere fine all’occupazione e per la libertà dei palestinesi”, ha sottolineato.
E conclude: “Noi avremo la nostra sicurezza solo quando i palestinesi avranno speranza, è semplice. In termini militari, non si può dissuadere qualcuno dal fare qualcosa se questo non ha paura”.