Braccio di ferro tra il governo Meloni e l’Unione europea, che chiede all’Italia di ratificare il Mes arrivando a lanciare minacce sul Patto di stabilità. Lo scontro ormai è aperto e l’esecutivo non lo nasconde più. L’Italia non vuole ratificare il Meccanismo di Stabilità (ed è l’unico Paese a non aver dato il via libera), quindi i partner europei rispondono minacciando di non approvare la riforma del Patto di stabilità. Su questo punto si è concentrata la seconda giornata del Consiglio europeo, dopo la discussione sulla guerra in Medio Oriente e in Ucraina. Senza il via libera italiano, il Mes non potrà entrare in funzione. Da qui l’irritazione degli altri Paesi, a partire dalla Germania.
Nessun Paese è obbligato ad attivare questo strumento, ma dentro ci sono misure che riguardano la protezione delle banche, a cui molti partner sono interessati, spiega Repubblica. La premier Giorgia Meloni ha fatto capire di essere pronta a cambiare idea sul Mes, se venissero accolte le sue richieste sulla riforma del Patto di stabilità. Ma gli altri 26 Paesi e la Commissione Ue sono stati netti: senza via libera al Mes, dal primo gennaio tornerà in vigore il “vecchio” Patto. Una minaccia molto pericolosa per l’Italia, perché le regole su debito e deficit sono molto più stringenti. Inoltre, i percorsi di rientro sarebbero insostenibili, nell’ordine di diverse decine di miliardi all’anno.
EUROGRUPPO “MES? ALTRI PAESI POTREBBERO USARLO”
«Continuerò a sostenere la ratifica del Mes. Questo trattato è un elemento davvero importante e in particolare garantirà che l’accesso a molte altre decine di miliardi di euro in futuro se ci sarà bisogno. È nell’interesse di tutti noi che venga ratificato e continuerò a lavorare a stretto contatto con il ministro Giorgetti», ha dichiarato il presidente dell’Eurogruppo, Pascal Donohoe. Quindi, ha lanciato un messaggio al governo Meloni: «Anche se l’Italia decidesse di non usare in alcun modo il Mes in futuro, magari altri Paesi potrebbero farlo».
La premier Giorgia Meloni si difende spiegando che nessuno al vertice ha citato espressamente l’Italia, ma d’altra parte non era necessario, visto che è l’unico Paese a non aver ratificato il Mes. Ora Roma è isolata ed è coinvolta in un braccio di ferro con l’Ue e le principal cancellerie, rischiando molto. Il nostro debito è il secondo in Europa e le previsioni per l’anno prossimo non sono positive. Senza la riforma del Patto di stabilità, la prospettiva di un avvio della procedura di infrazione già in primavera potrebbe rivelarsi concreta, secondo Repubblica.