Si stanno via via completando i vari step che portano all’attivazione dei nuovi percorsi abilitanti che interesseranno i docentinuova abilitazione all’insegnamento voluta dal Pnrr. Dopo la pubblicazione del DPCM lo scorso 25 settembre, le varie università stanno pubblicando sui propri siti apposite sezioni dedicate ai corsi abilitanti di cui si attende il via. Le comunicazioni contengono per il momento informazioni preliminari, e alcuni atenei hanno già anticipato che prorogheranno l’attivazione dei corsi con l’a.s 2024/25, per poter offrire un percorso qualitativamente migliore, come l’Università di Genova. Altri attiveranno solo alcuni dei corsi previsti, rimandando l’attivazione degli altri ai prossimi mesi, come ha comunicato l’Università di Torino. In linea di massima però la maggior parte degli atenei, come apprendiamo dal Sole 24 ore, partiranno coi corsi a gennaio 2024.
La deadline voluta inizialmente dal Ministro Valditara non sembra quindi che venga rispettata. I corsi sarebbero infatti dovuti partire con l’inizio dell’anno accademico 2023/24. Ma tra cambio di governo, concerto non sempre facile tra i due ministeri competenti (MIM e Mur) e complessità intrinseche alla riforma stessa i tempi si sono dilatati. Ora però, dopo le linee guida dell’Anvur, manca solo la scadenza del 10 novembre, entro cui gli atenei dovranno accreditarsi. Dopodichè potrà partire la macchina che mette in moto i percorsi abilitanti.
NUOVA ABILITAZIONE INSEGNAMENTO: NUOVI PERCORSI DA 60 CFU
In base al nuovo sistema dei percorsi abilitanti possono iscriversi ai corsi da 60 Cfu i laureati magistrali e i laureandi in una magistrale o a ciclo unico (purché abbiano già ottenuto 180 crediti). Sono previsti 20 Cfu di tirocinio diretto e indiretto (per ogni credito servono 12 ore in presenza). Ottenuti i crediti (nello specifico il decreto Pa-bis ha previsto che nei primi due anni se ne possa ottenere fino alla metà online) si dovrà superare una prova finale formata da uno scritto (con un’analisi critica di episodi, casi, situazioni e problematiche verificatisi durante il tirocinio) e una lezione simulata di 45 minuti su un’attività didattica innovativa. Per accedervi è necessario aver presenziato almeno al 70% di ogni attività formativa.
A erogare i percorsi possono essere i Centri multidisciplinari individuati da università e istituzioni Afam, anche in forma aggregata. Sono previsti docenti coordinatori e tutor dei tirocinanti (per il tutor coordinatore si ipotizzano incarichi quadriennali, prorogabili per non più di un anno, e rinnovabili per una sola volta, con esonero o semi esonero dall’insegnamento). Si indicano anche riserve di posti per i precari che hanno insegnato tre anni negli ultimi cinque e per prof dell’istruzione e formazione professionale.
NUOVA ABILITAZIONE INSEGNAMENTO: I CORSI DA 30 E 36 CFU
Il regime ordinario è quello che prevede i corsi da 60 cfu. Verranno però attivati anche corsi da 36 e 30 cfu. La prima fattispecie citata riguarda chi è in possesso dei 24 Cfu vecchio ordinamento (conseguiti entro il 31 ottobre 2022). Questi per potersi abilitare dovranno completare i crediti con gli ulteriori 36 crediti formativi. Se quindi parteciperanno all’imminente concorso PNRR, come riportato dal Sole 24 Ore, per poter entrare in ruolo a tutti gli effetti non dovranno solo superare il periodo di prova e formazione, ma dovranno anche portare a termine i 36 cfu.
Quanto alla seconda fattispecie questa riguarda i precari con 3 anni di servizio vincitori di concorso prima dell’abilitazione, oltre ai precari con servizio presso le scuole paritarie. Inoltre chi è già abilitato su altra classe di concorso o sul sostegno può conseguire, fermo restando il possesso del titolo, un’altra abilitazione acquisendo 30 Cfu. Se per i primi 30mila precari storici il concorso è imminente, per i nuovi abilitati se ne parlerà dunque nel 2024, così da arrivare ai 70mila ingressi citati dal Pnrr. I costi per arrivare a 60 Cfu sono fissati in 2.500 euro per gli studenti iscritti, per chi ha già i precedenti 24 Cfu si scende a 2mila euro.