L’intelligenza artificiale entra anche in ambito giuridico. Applicare i modelli di IA alla giustizia predittiva, per supportare gli operatori del diritto e, di conseguenza, rendere il sistema più efficiente. Questo è l’obiettivo del progetto “Laboratorio sentenze”, avviato dal dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino insieme con il Csi Piemonte. In base a quanto riporta il Sole 24 ore per il momento il progetto è stato predisposto in via sperimentale, e finora è stato condotto su circa mille sentenze in materia di servizi pubblici rese dal Consiglio di Stato tra il 2016 e il 2023.
Al riguardo è intervenuto Roberto Cavallo Perin, docente di diritto amministrativo che coordina il team che si occupa del progetto: “In questa fase iniziale abbiamo lavorato sui fatti che stanno alla base delle decisioni. All’intelligenza artificiale e, in particolare, ai large language model è stato chiesto di sintetizzare i fatti descritti nelle sentenze. Le sintesi sono il punto di partenza: occorre poi individuare gli aspetti simili tra una vicenda e l’altra e mettere in relazione i fatti con gli esiti, per arrivare così alla predizione. L’obiettivo non è sostituire i giudici con i robot, ma offrire loro un aiuto, utile soprattutto nei settori dove si presentano casi ripetitivi, per liberare energie da dedicare ai processi più complessi .”
GIUSTIZIA PREDITTIVA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE: LA FIGURA UMANA NON VIENE SOPPIANTATA
La giustizia predittiva risulta essere più diffusa negli Stati Uniti, mentre in Europa e in Italia è ancora in fase sperimentale. Essa si può definire, in linea generale, come un metodo con cui viene affidato ad un algoritmo la decisione giudiziale, in luogo del giudice umano. E in questo senso l’intelligenza artificiale (IA) ha dimostrato un enorme potenziale nell’ambito della giustizia. Gli algoritmi di IA possono analizzare grandi quantità di dati giuridici, tra cui testi legislativi, precedenti giudiziari e decisioni delle corti, al fine di fornire supporto alle decisioni giudiziarie. La sperimentazione avviata quindi presso l’Università di Torino darà un grande apporto a questa applicazione, proseguendo il lavoro avviato da altre realtà universitarie, quali quello a Brescia realizzato da Corte d’appello, Tribunale e Università sotto la regia del Presidente della Corte d’Appello, e quello della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, con i Tribunali di Genova e Pisa, nell’ambito del diritto di famiglia e della responsabilità civile.
Ciò poi che viene chiarito riguarda il ruolo della figura umana che, a differenza di quello che comunemente si pensa, non viene soppiantato. Infatti le sintesi prodotte dall’intelligenza artificiale devono essere “validate” dai ricercatori del team: si tratta di verificare, a campione, che il modello abbia lavorato bene sulle sintesi. Il progetto, iniziato sulle decisioni del Consiglio di Stato, vorrebbe inoltre essere espanso anche in altri settori, come quello attinente la contestazione delle multe.