Il duo comico russo Vovan e Lexus, autori dello scherzo telefonico a Giorgia Meloni, ha rilasciato un’interista per il quotidiano Repubblica, spiegando il loro lavoro, quali erano gli intenti dietro allo scherzo e, soprattutto, smentendo l’ipotesi che siano spie del Cremlino che sondano le opinioni politiche dei leader internazionali. Infatti, Vladimir Kuznetsov e Aleksej Stoljarov prima di fare e pubblicare lo scherzo telefonico a Meloni ne avevano fatti di simili anche a Boris Johnson e Pedro Sanchez, oltre ad aver colpito persone famose come J.K. Rowling o Elton John. Parlando del loro lavoro, infatti, Vovan e Lexus si definiscono “prank journalist“, ovvero giornalisti specializzati negli scherzi.
Vovan e Lexus: “A Meloni abbiamo fatto uno scherzo, non siamo spie”
Parlando dello scherzo telefonico a Giorgia Meloni, Vovan e Lexus preferiscono non rivelare i dettagli di come hanno fatto a raggiungere la premier, specificando che “palazzo Chigi sa com’è successo” e “se non lo sa, vuol dire che ha un problema di sicurezza“. Dal conto loro, però, specificano di sapere “come funzionano i protocolli e come sfruttare i buchi nella sicurezza”. Sui temi che hanno scelto, invece, i comici spiegano che “chiamavamo dall’Africa, quindi l’immigrazione. Poi l’Ucraina che è il tema di principale interesse qui in Russia”.
Continuando a parlare dello scherzo a Meloni, Vovan e Lexus ci tengono a precisare che è stata la stessa premier a parlare della Francia, dando loro l’impressione che sia “davvero stanca perché pensa che sia una parte in causa nei conflitti e nei golpe in Africa, mentre a soffrirne è l’Italia”. Sul loro modo di agire, i comici russi specificano di portare avanti “un’agenda giornalistica” e negano fermamente di essere interessanti ad “incidere sulla politica italiana”. Similmente, Vovan e Lexus sottolineano che “non siamo in contatto con i servizi né russi, né stranieri. E men che meno siamo agenti segreti”. Infine, chiudendo sulla questione dello scherzo a Meloni, confessano che vorrebbero, prima o poi, “raggiungere Joe Biden o Putin“, come hanno cercato di fare più volte in passato, ma scontrandosi sempre con un “livello di sicurezza troppo alto”.