Federico Vecchioni entra nel mondo dell’editoria di destra, rompendo il monopolio finora targato Antonio Angelucci, editore di Libero e da poco anche del Giornale dei Berlusconi. Si tratta di un volto molto noto nel mondo degli imprenditori dell’agroalimentare e della finanza, in quanto guida una holding da 1,1 miliardi di euro. Vecchioni ha deciso di investire nella Società editrice italiana (Sei) di Maurizio Belpietro, che annovera tra le testate La Verità e Panorama. Come ricostruito da Repubblica, ha salvato la Sei da acque agitate, infatti era pronto a intervenire in “soccorso” proprio Angelucci, che sognava di diventare editore unico all’interno del centrodestra. Angelucci, che è pure deputato della Lega, piace molto a Matteo Salvini, invece piace meno a Giorgia Meloni, che non vorrebbe avere a che fare solo con un editore.
Infatti, avrebbe gradito molto la scelta di Vecchioni, con l’auspicio che la linea editoriale del gruppo di Belpietro si avvicini ai temi cari a Fratelli d’Italia. Dunque, al momento è sfumato il sogno di Angelucci. Repubblica aggiunge che in casa Lega si parla di una telefonata fatta da Angelucci dalle parti di Vecchioni, con toni accesi e frasi del tipo: «Ma che fai, ti metti a fare l’editore adesso?». Comunque, la scelta di Vecchioni è stata ben accolta anche dal cerchio magico di Meloni, a partire dal cognato-ministro Lollobrigida, che dialoga con Vecchioni. «Evitare un monopolio significa per tutti, ma soprattutto per chi governa il Paese oggi, e cioè Giorgia Meloni, evitare di essere “mono dipendente” da un solo gruppo editoriale», dicono dalle parti di Salvini.
VECCHIONI “SONO AMICO DA TEMPO DI BELPIETRO”
Bf spa, colosso che al suo interno ha altre grandi aziende e gruppo, di cui uno quotato in Borsa che è passato da un valore da 269 milioni nel 2021 a 1,1 miliardi di euro con un incremento del 300%. Inoltre, Vecchioni si è recato in Algeria nella missione col ministro Lollobrigida per firmare il maxi accordo per avviare la produzione di 600 ettari con Benmalem Imem Ben Hocine di Algeri, con la nascita di Bf Algeria. Il manager con altri imprenditori a lui vicini, aggiunge Repubblica, ha creato la Newspaper spa e ricapitalizzato la Sei di Belpietro immettendo 2,5 milioni di euro per coprire pure le perdite del 2022. Quindi, è diventato il secondo azionista dopo Belpietro.
«Sono amico da tempo di Belpietro, ne apprezzo la capacità professionale, l’indipendenza di giudizio e la dirittura morale. Il giornale da lui fondato e diretto da sempre si occupa di questioni agroalimentari con una linea politica e di contenuti che condivido», ha dichiarato Vecchioni a Repubblica. C’è pure un altro motivo: «Mi è parso ovvio sostenere l’indipendenza editoriale del suo gruppo e la sua opera imprenditoriale e giornalistica con un investimento personale e di alcuni amici. Credo che la pluralità dell’informazione sia un bene per il Paese e migliori la sua vita democratica».