L’Artico, una regione al crocevia di interessi geopolitici internazionali, riveste per la Russia un’importanza strategica di primo piano. La crescente accessibilità alle sue risorse naturali, dovuta al ritiro dei ghiacci, ha posto questa area vasta e ricca al centro delle politiche estere e di sicurezza del Cremlino. Negli ultimi decenni, la Russia ha rafforzato la propria presenza militare nell’Artico, enfatizzando la necessità di proteggere le proprie frontiere e di garantire la sicurezza delle rotte marittime settentrionali. L’esercitazione militare “Arctic Challenge Exercise”, condotta con cadenza biennale, è solo un esempio della serie di manovre che evidenziano la capacità operativa della Russia in condizioni estreme e il suo impegno a difendere gli interessi nazionali nell’area artica.
Sul piano economico, l’Artico offre alla Russia opportunità significative, soprattutto nel settore energetico. La Russia persegue attivamente lo sfruttamento delle risorse idrocarburiche, come dimostrano i progetti Yamal LNG e Arctic LNG 2, nonostante le sfide ambientali e logistiche. Inoltre, la realizzazione del gasdotto “Forza della Siberia 2”, che attraverserà la Mongolia, è parte di un più ampio piano di infrastrutture energetiche che mira a diversificare i mercati di esportazione russi oltre l’Europa.
La Russia ha inoltre cercato di espandere il proprio controllo sulle rotte marittime artiche, vantando la Northern Sea Route (NSR) come alternativa strategica al Canale di Suez, con l’obiettivo di ridurre significativamente i tempi di navigazione tra Europa e Asia. Il miglioramento delle infrastrutture lungo la NSR, compreso l’incremento di basi militari e di salvataggio, è testimonianza dell’intenzione russa di rendere la rotta una via navigabile sicura e controllata.
Nonostante il potenziale di sviluppo, l’Artico presenta anche sfide per la Russia, come la pressione internazionale relativa ai cambiamenti climatici e le complicazioni geopolitiche, evidenziate dal crescente interesse di altri attori internazionali nella regione. La Commissione delle Nazioni Unite sui Limiti della Piattaforma Continentale ha riconosciuto parte delle rivendicazioni russe nell’Artico, aumentando la sovranità russa su di una porzione significativa della piattaforma continentale artica. In conclusione, l’Artico è una regione che la Russia intende sfruttare per rafforzare la propria sicurezza nazionale e per perseguire obiettivi economici, dimostrandosi disposta a investire risorse significative per consolidare la propria posizione in questo territorio strategico. La gestione della regione artica da parte della Russia rimane un fattore cruciale per la sua politica interna ed estera, rispecchiando le dinamiche globali di potere, risorse e sicurezza.
La Cina, pur non essendo uno Stato artico, si è autodefinita una “nazione vicina all’Artico” e ha mostrato un crescente interesse strategico nella regione. La sua politica in questa area è spesso sintetizzata nel termine “Polar Silk Road”, che si riferisce all’inclusione delle rotte marittime dell’Artico nel più ampio progetto dell’iniziativa Belt and Road (BRI). Queste rotte potrebbero ridurre significativamente i tempi di spedizione tra la Cina e l’Europa. Dal punto di vista economico, la Cina vede l’Artico come una fonte di risorse naturali, compresi i minerali e le riserve di idrocarburi, e come un’opportunità per investimenti in progetti di estrazione e infrastrutturali, come evidenziato dalla partecipazione in progetti come lo Yamal LNG in Russia. Sul piano geopolitico, la Cina cerca di mantenere buone relazioni con i paesi artici, inclusa la Russia, per garantirsi accesso e influenza nella regione. Mantiene una posizione ufficialmente non assertiva, sostenendo la governance multilaterale dell’Artico e la necessità di gestire la regione in modo sostenibile e pacifico.
Tuttavia, l’aumento dell’attività cinese nell’Artico ha suscitato preoccupazioni tra alcuni attori internazionali riguardo alle sue intenzioni a lungo termine, specialmente in termini di sicurezza e presenza militare. La cooperazione con la Russia, in particolare, è vista con cautela, dato che potrebbe tradursi in una maggiore presenza strategica in una regione globalmente sensibile. In conclusione, il ruolo della Cina nell’Artico è quello di un attore non artico che cerca di stabilire una presenza significativa attraverso la diplomazia, gli investimenti economici e la partecipazione a iniziative internazionali, bilanciando le proprie ambizioni con la necessità di mantenere relazioni stabili con i paesi artici e la comunità internazionale.
Ora, alla luce di queste considerazioni, quali sono i rapporti tra Stati Uniti e Russia in relazione all’Artico? Gli Stati Uniti hanno intrapreso diverse azioni per contrastare l’influenza russa nell’Artico, rafforzando la propria presenza e il proprio impegno nella regione. Questi sforzi includono:
1. Potenziamento militare: Gli Usa hanno incrementato le proprie esercitazioni militari nell’Artico e hanno migliorato le infrastrutture militari per garantire una presenza operativa più efficace.
2. Diplomazia e alleanze: Washington lavora attraverso istituzioni multilaterali come il Consiglio Artico e rafforza le alleanze con altri Stati artici, in particolare il Canada e i Paesi nordici, per promuovere un’agenda comune che contrasti l’influenza russa.
3. Ricerca e sviluppo: gli Usa investono nella ricerca scientifica e nelle tecnologie per meglio comprendere e operare nell’ambiente artico, un aspetto strategico per qualsiasi forma di presenza a lungo termine.
4. Infrastrutture: gli Stati Uniti migliorano le infrastrutture esistenti come i porti artici e ne sviluppano di nuove per sostenere sia le operazioni commerciali che quelle di sicurezza nazionale.
5. Cooperazione internazionale: pur avendo delle tensioni, gli Usa cercano di mantenere canali aperti con la Russia per la gestione degli aspetti di sicurezza nell’Artico, collaborando per evitare incidenti e gestire le risorse in modo sostenibile.
6. Investimenti e sviluppo economico: incoraggiano investimenti privati e pubblici nell’economia artica, inclusi lo sviluppo delle risorse energetiche e delle vie navigabili.
7. Normativa e governance: promuovono normative internazionali che limitano le possibilità di una presa di controllo unilaterale da parte della Russia su aspetti chiave della regione, come le nuove rotte marittime che si stanno aprendo a causa del cambiamento climatico.
Attraverso queste azioni, gli Stati Uniti mirano a creare un equilibrio di potere nell’Artico che limiti l’espansione russa, garantendo allo stesso tempo la sicurezza e gli interessi commerciali americani nella regione.
Dall’altra parte la Russia vede la sua presenza nell’Artico come un mezzo per bilanciare ciò che percepisce come tentativi egemonici e espansionistici degli Stati Uniti nella regione. La presenza russa nell’Artico ha diverse dimensioni:
1. Strategica e militare: con la rinascita delle basi militari, le nuove infrastrutture di difesa, e l’aumento delle capacità di pattugliamento e di intervento, la Russia mira a dissuadere gli altri Paesi, inclusi gli Stati Uniti, dal cercare di dominare la regione o di intervenire nei suoi interessi sovrani.
2. Economica: la Russia vuole sfruttare le risorse naturali dell’Artico, come il petrolio e il gas, nonché i nuovi passaggi marittimi. Attraverso il controllo e lo sfruttamento di queste risorse, la Russia cerca di stabilire la propria influenza economica in contrasto con quella degli Stati Uniti e di altri attori globali.
3. Politica e legale: la Russia è attiva nel promuovere il proprio diritto a governare vasti territori dell’Artico sulla base del diritto internazionale, come la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), e cerca di limitare le rivendicazioni territoriali o le interferenze da parte degli Stati Uniti.
In questo modo, la Russia utilizza la propria presenza nell’Artico come un contrappeso alle azioni degli Stati Uniti, con l’obiettivo di mantenere e possibilmente espandere la propria sfera di influenza e di potere, assicurandosi che nessuna singola nazione, in particolare gli Usa, possa esercitare un’influenza dominante nella regione.
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