I pazienti affetti dal Parkinson possono tornare a camminare grazie a un impianto spinale. È ciò che è accaduto a Marc Gauthier, il sessantatreenne che due anni fa si è offerto volontario per essere la prima persona in assoluto al mondo a ricevere questo stimolatore. Ora, come riportato da Usa Today, è il protagonista di uno studio, pubblicato lunedì su Nature, che racconta il successo del dispositivo. Ai media ha raccontato che può alzarsi senza cadere, fare le scale e andare a fare la spesa.
Il dispositivo, impiantato nella parte bassa della schiena, invia impulsi di energia al midollo spinale, che a sua volta invia segnali ai muscoli dei fianchi e delle gambe, ripristinando le connessioni danneggiate dal morbo di Parkinson. La stimolazione migliora l’equilibrio e ferma il “blocco” comune tra le persone affette da questa patologia. Dei rilevatori posizionati nelle scarpe, sulle gambe e sui fianchi, inoltre, rilevano i movimenti residui e aggiornano la posizione e la tempistica della stimolazione per aiutarlo a camminare in avanti e a superare le scale.
Pazienti con Parkinson tornano a camminare con un impianto spinale: come funziona
L’impianto era stato studiato per persone con lesioni al midollo spinale cinque anni fa, ma è emerso dal recente studio che può essere adattato anche ai pazienti con il morbo di Parkinson. “I principi e la tecnologia sono praticamente gli stessi”, ha affermato Grégoire Courtine, il neuroscienziato che ha guidato il progetto. Lo strumento in questione è adatto a coloro che non hanno più benefici dai farmaci per la malattia. Nel caso di Marc Gauthier lo stadio in questione è arrivato molto presto, dato che al momento dei primi sintomi aveva appena 35 anni.
L’intervento chirurgico per impiantare lo stimolatore è stato piuttosto semplice. La parte difficile consiste nell’erogare gli impulsi di energia esattamente al momento giusto e nei posti giusti per apportare benefici a ciascun paziente. Essi infatti sono soggettivi. “Se si stimola nel modo sbagliato, con schemi e parametri sbagliati, si può disturbare ulteriormente l’andatura”, ha affermato Eduardo Martin Moraud, esperto di neuromodulazione presso l’Ospedale universitario di Losanna. È per questo motivo che gli studi sul tema andranno avanti.