È fissata per il prossimo 16 novembre l’udienza preliminare a carico di Mohamed Gaaloul, il 30enne tunisino unico sospettato dell’omicidio della 32enne Alice Neri. Una tappa chiave nella vicenda, a un anno esatto dal ritrovamento del cadavere della donna carbonizzato nel bagagliaio della sua auto data alle fiamme a Fossa di Concordia. La Procura di Modena ha chiesto il rinvio a giudizio dell’uomo, il solo indagato dopo l’archiviazione delle posizioni del marito della vittima e del collega che trascorse l’ultima serata con lei prima dell’incontro con il killer. Per gli inquirenti, diversi elementi graverebbero sul profilo di Gaaloul e i pm ritengono sussistente un robusto quadro indiziario. Ma c’è chi guarda oltre, come il vedovo di Alice Neri, Nicholas Negrini, e i suoi consulenti convinti che si debbano esplorare con maggiore accuratezza le piste alternative tra cui soprattutto quella del “terzo uomo“.
Quest’ultima riguarderebbe un altro collega di Alice Neri, mai indagato, il cui alibi, secondo l’avvocato Antonio Ingroia che assiste il marito della 32enne, mostrerebbe segni di cedimento. “Non regge“, ha dichiarato il legale avanzando la necessità di approfondire l’analisi degli spostamenti dell’uomo tra il 17 e il 18 novembre 2022, epoca in cui si è consumato il delitto. Si tratterebbe della stessa persona che avrebbe scritto lettere appassionate ad Alice Neri, poi trovate nel suo armadietto aziendale, e che cinque mesi dopo la morte della donna avrebbe parlato agli inquirenti di “sangue” su una delle sue magliette dovuto ad un presunto rapporto sessuale con la vittima nel contesto di una relazione clandestina. Per il marito di Alice Neri occorre verificare tutto e non escludere alcuna ipotesi, nemmeno quella dell’innocenza di Gaaloul, al fine di dissipare tutte le ombre che insistono nel giallo.
Udienza preliminare per l’omicidio di Alice Neri: Gaaloul accusato anche di distruzione di cadavere
Mohamed Gaaloul è l’unico indagato per l’omicidio di Alice Neri e a lui si contestano i reati di omicidio volontario e distruzione di cadavere. Per la Procura di Modena sarebbe l’assassino della 32enne e, dopo averla uccisa a coltellate, avrebbe bruciato auto e corpo per cancellare ogni traccia. Secondo l’accusa, Gaaloul avrebbe agito al culmine di un tentativo di stupro. Ma i consulenti del marito di Alice Neri insistono sulla necessità di verificare attentamente l’alibi del “terzo uomo” che, all’esito di quanto analizzato dal pool che assiste Nicholas Negrini, presenterebbe un profilo degno di maggiore interesse investigativo.
“Il fatto che ci sia del Dna di questo tunisino (Gaaloul, ndr) sulla scena del crimine può non voler dire nulla – ha dichiarato il marito di Alice Neri –, visto che era un posto già frequentato da lui. Ci sono altri Dna da analizzare e io voglio sapere tutto“. Nicholas Negrini non è convinto della ricostruzione dei pm secondo cui sua moglie sarebbe stata uccisa dal 30enne unico arrestato e accusato dell’omicidio. “Ho rispetto del lavoro della Procura – ha precisato l’avvocato del vedovo, Antonio Ingrioia –, dico però che il quadro è completamente cambiato dopo le perizie medico legali, che forse andavano fatte all’inizio delle indagini anziché alla fine, dalle quali emergono cose clamorose, tre dati fondamentali: è stata usata un’arma bianca, sono stati inferti tanti colpi, almeno sette, e verosimilmente l’arma è un coltello di importanti dimensioni che non si tiene in tasca a portata di mano. Questo significa, ed è la nostra tesi, che siamo di fronte a un omicidio premeditato“.