Ingente piano di aiuti dalla Germania alle industrie tedesche per sostenerle nell’affrontare gli elevati costi energetici per i prossimi cinque anni. Il piano prevede aiuti per 12 miliardi di euro, a partire dal 2024. L’investimento sarà di 28 miliardi di euro fino al 2028, attraverso l’abbassamento al minimo delle tasse sull’energia e altri aiuti. Scholz, cancelliere tedesco, ne ha parlato come un’ottima notizia per l’economia tedesca e certamente lo è. Il governo di Berlino ha discusso nei mesi passati di questa misura e i liberali hanno ottenuto quanto si erano prefissati, ossia una riduzione dell’indebitamento, spiega La Verità, arrivando alla decisione.
Già lo scorso anno, il governo tedesco aveva concesso sussidi a famiglie e imprese. Il nuovo piano di aiuti non prevede solamente un abbassamento delle tasse sul consumo energetico ma anche un incremento ed estensione nel tempo degli aiuti ad aziende manifatturiere. “Stiamo riducendo radicalmente le tasse sull’elettricità, stabilizzando le tariffe di rete e continuando la compensazione dei prezzi dell’elettricità in modo che le aziende possano far fronte meglio ai costi energetici” ha detto Olaf Scholz. Soddisfazione dal ministro Habeck mentre il piano sarebbe stato contrastato dai liberali e in particolare dal ministro delle Finanze Christian Linder, che avrebbe imposto la disciplina di bilancio.
Germania, nuovi aiuti alle aziende: e l’UE tace
La Camera dell’industria e del commercio tedesca esprime soddisfazione per il nuovo pacchetto di aiuti dal governo tedesco alle imprese ma mette le mani avanti e afferma che è “dubbio che questo sarà sufficiente a garantire prezzi competitivi dell’elettricità per l’intero comparto”. Non c’è piena soddisfazione neanche da parte dell’Associazione imprenditoriale per le aziende energetiche, minerarie e chimiche che spiega in una nota come “le imprese tedesche ad alta intensità energetica sono in profonda crisi”, dunque la misura non basterebbe.
Gli aiuti di Stato che la Germania concede alle proprie aziende, spiega La Verità, dimostrerebbero inoltre l’irrilevanza dell’Unione Europea nell’economia tedesca. C’è infatti un’asimmetria tra chi può permettersi di allargare la borsa e chi invece deve contrattare con Bruxelles per ottenere anche solo un decimale di deficit in più. La Germania, dunque, sarebbe in grado di fare e disfare a proprio piacimento, imponendo le regole all’UE. “Tutti i Paesi dell’Unione sono uguali, ma la Germania è più uguale di tutti” conclude La Verità.