Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, ha parlato con il quotidiano La Verità dell’attualità politica italiana, in cui si parla sempre di più di premierato ed autonomia, ma con il sottofondo della lotta ai migranti irregolari, con l’accordo albanese, e della Manovra, in discussione in questi giorni. Partendo dalle due grandi riforme in programma, ci tiene a sottolineare che “con l’autonomia valorizziamo i territori e con il premierato diamo stabilità al governo”.
Sia l’una che l’altra, spiega Romeo, sono in fase di approvazione, seppur con iter differenti, “per evitare ingolfamenti”. Commentando il premierato, ritiene che sia un’ottima opportunità, “purché il Parlamento non ne esca depotenziato“, ragione per cui “sulla base della riforma bisognerà rivedere la legge elettorale”, soprattutto perché “occorre evitare quei ribaltoni che la gente non ha mai compreso”. Similmente, Romeo spiega che l’autonomia serve a valorizzare le Regioni, e nonostante le critiche che ha ricevuto “senza il nostro progetto nessuno avrebbe mai parlato di livelli essenziali delle prestazioni“. In proposito, ritiene che “per materie come il commercio con l’estero, professione, protezione civile e altre che non richiedono i Lep, l’autonomia possa già partite, senza aspettare tempi lunghi”.
Romeo: “La nostra Manovra era il sogno della sinistra”
Commentando, invece, gli accordi con l’Albania per i migranti, Romeo esprime un giudizio positivo, pur sottolineando che “servono perfezionamenti, occorre una cornice giuridica”. Chi ci vede una sorta di congiura, invece, secondo il deputato “è in cattiva fede [perché] il sistema dei Cpr prevede sostegno e assistenza”, mentre la misura in generale sarà “un deterrente per gli arrivi, un favore che facciamo anche agli altri pesi europei”.
Chiudendo, invece, sulla Manovra, Romeo ci tiene a porre l’accento sul fatto che “sulle pensioni siamo tornati a quota 103“, permettendo a “50mila persone in più” di uscire dal mondo del lavoro tra il 2024 e il 2025. L’obiettivo, però, rimane “quota 41 anni di contribuiti” che è certo sarà raggiunto entro la fine della legislatura. Complessivamente, la manovra è “soddisfacente. Ha un grande respiro sociale: taglio del cuneo, taglio dell’aliquota per i redditi da 15.000 a 28.000 euro, quelli più colpiti dall’inflazione. Se aggiungiamo il bonus asili nido, gli incentivi alle imprese che assumono o ritornano dopo aver delocalizzato, direi che abbiamo fatto ottimi passi avanti”. Non solo, perché secondo Romeo si tratta di “una manovra di sostegno ai ceti medio bassi che la sinistra ha sempre desiderato realizzare, ma che in dieci anni non ha mai fatto”.