Le emissioni di carbonio della Cina potrebbero raggiungere il picco nel 2023 prima di cadere in un declino strutturale a partire dal 2024, legata all’impennata record degli investimenti nell’energia pulita: questo il risultato di uno studio riportato dal Guardian. Secondo l’analisi condotta per Carbon Brief, le emissioni del paese più inquinante del mondo sono aumentate quest’anno dopo che il governo cinese ha abbandonato le restrizioni Covid a gennaio. Tuttavia, questa ripresa della domanda di combustibili fossili è emersa insieme a un’espansione storica delle fonti energetiche a basse emissioni di carbonio del Paese, che è stata di gran lunga superiore agli obiettivi e alle aspettative dei politici.
Lo studio sulle emissioni di Co2 della Cina
Secondo il rapporto, gli obiettivi annuali di installazione solare ed eolica di Pechino per l’anno sono stati raggiunti entro settembre, e la quota di mercato dei veicoli elettrici è già ben superiore all’obiettivo del 20% del governo per il 2025. “Questi aumenti record sono quasi garantiti per spingere la produzione di elettricità da combustibili fossili e le emissioni di CO2 a diminuire nel 2024”, le parole di Lauri Myllyvirta, analista principale del Centro per la ricerca sull’energia e l’aria pulita e autore del rapporto. In particolare, è stata impressionante la crescita dell’energia solare: nel 2023 le installazioni sono aumentate di 210 GW, il doppio della capacità solare totale degli Usa e quattro volte superiore a quella del 2020. Quest’anno la Cina ha installato 70 GW di energia eolica, più dell’intera capacità di generazione di energia del Regno Unito. Si prevede inoltre di aggiungere 7 GW di energia idroelettrica e 3 GW di capacità nucleare. Myllyvirta ha affermato che il boom della produzione di energia pulita potrebbe innescare un calo delle emissioni della Cina a partire dal prossimo anno, nonostante un’ondata di nuove centrali a carbone in tutto il paese.