IL CASO SOUMAHORO NON SI CHIUDE: NUOVE ACCUSE DAGLI EX DIPENDENTI DELLE COOP DI FAMIGLIA
Mentre la Camera dei Deputati prosegue le verifiche sul caso di Aboubakar Soumahoro, dopo la segnalazione della Corte d’appello di Bologna sulle presunte criticità in merito ai contributi ricevuti nella campagna elettorale (per cui rischia addirittura la decadenza del seggio), è ancora “Striscia la notizia” a tornare sulle vicende legate alle cooperative gestite dalla suocera e dalla moglie.
Va prima di tutto ricordato che il deputato ex Verdi-Sinistra non è affatto indagato dalla Procura di Latina – la stessa che negli scorsi giorni ha emesso le ordinanze di arresto per Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamitsindo, rispettivamente moglie e suocera di Soumahoro: al netto di ciò, “Striscia” è tornata ad indagare sui rapporti interni alla cooperativa Karibu dove le accuse riportano di migranti tenuti nei centri in condizioni ai limiti della disperazione. Raggiunto dal programma Mediaset ha parlato la sera del 13 novembre Sidy Traore, ex dipendente della cooperativa Karibu: ebbene, secondo l’uomo, Soumahoro non poteva non sapere cosa avveniva all’interno di quei centri in quanto banalmente alcuni suoi uffici erano all’interno della struttura.
“SOUMAHORO CI DICEVA DI ASPETTARE DAVANTI AI PROBLEMI“: LE PAROLE DELL’EX DIPENDENTE A STRISCIA LA NOTIZIA
«Il suo ufficio era proprio lì e anche se non ci andava ogni giorno si presentava sempre quando c’era una manifestazione. Gli abbiamo detto che non funzionava il riscaldamento e che il cibo non arrivava. E lui ci rispondeva di aspettare»: così racconta Traore in merito alla presenza di Aboubakar Soumahoro all’interno della cooperativa gestita dalla suocera, ora agli arresti domiciliari per l’accusa di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione e auto riciclaggio.
«Abbiamo avuto il problema dei termosifoni, il problema dell’acqua calda per fare la doccia. Il cibo pure non bastava: c’erano giorni in cui non c’era cibo. Siamo esseri umani e non possiamo vivere così», racconta ancora l’ex dipendente della cooperativa Karibu, il quale si chiede più volte davanti ai microfoni di “Striscia la notizia” come sia stato possibile che nessuno gli abbia mai detto niente di quanto avveniva dentro la cooperativa. Traore sostiene che infatti Soumahoro «sapeva questa cosa, perché il suo ufficio stava proprio lì», eppure quanto c’era una manifestazione «lui si presentava lì. In questi giorni sono andati anche i ragazzi a chiedergli: ‘I riscaldamenti non ci sono, il cibo non ci arriva più’. Lui rispondeva: ‘Aspettate’». L’ex dipendente accusa poi i vertici della Karibu i quali rispondevano, davanti alle domande dei lavoratori in merito ai propri stipendi, che «era la prefettura che non pagava». Infine, sempre a “Striscia”, Traore racconta che non sempre veniva pagato e quindi lo chiamavano per fare da comparsa alle manifestazioni organizzate dalla Lega Braccianti di Soumhaoro: «Mandava il pullman della cooperativa, ci veniva a prendere al centro e ci portavano a Latina. Li c’era Soumahoro. Quando la manifestazione finiva ci portavano a casa».