Il sistema del welfare in Italia continua a presentare un’ampia differenza tra il Nord e il Sud del paese. A testimoniarlo è il più recente report condotto dal gruppo Unipol in collaborazione con The European House – Ambrosetti e citato dal Sole 24 Ore, che ha analizzato, oltre al sistema in generale, anche la situazione delle singole regioni italiane, ancora profondamente diseguali per questo aspetto e nettamente divise in base alla posizione nella penisola.
Il rapporto 2023 del Think Tank “Welfere, Italia” di Unipol e Ambrosetti, però, parte da una nota positiva, che è rappresentata dall’aumento del 3,7% della spesa pubblica in questo settore. Nonostante questo, si registra una prima disuguaglianza dal punto di vista della destinazione di quella spesa, in larga parte (50,3%) assorbita dal sistema pensionistico, con un aumento del 7,1% rispetto ai dati del 2022. Similmente, all’istruzione è dedicato appena l’11,3% delle risorse per il welfare, con un aumento dello 0,6%, mentre alle politiche sociali è riservato il 16,6% della spesa (-2,9% rispetto al 2022). Infine, alla sanità sono dedicati il 21,5% dei fondi, con un positivo aumento del 3,8% rispetto all’anno passato.
Il divario tra Nord e Sud nel welfare
Seppur la spesa per il welfare sia in aumento, sembra aumentare anche il divario tra il Nord il e Sud dell’Italia. Le prime otto posizioni (capitanate da Bolzano e Trento) sono occupare dalle regioni settentrionali, con la sola eccezione dal Lazio (sesto), mentre le cinque centrali spettano al centro, con l’eccezione del Piemonte (decimo), ed ovviamente in fondo alla classifica si trovano le ultime otto regioni, con la Calabria ultima e la Sardegna quattordicesima.
Per comprendere meglio le differenze tra il welfare delle regioni italiane, il Sole 24 Ore analizza i casi specifici di Bolzano (prima, con un punteggio di 83,3 su 100) e della Calabria (ultima con 56,7 punti). Nella seconda i giovani cosiddetti neet sono il 32% dei residenti, gli inattivi sono il 60% ed, infine, i disoccupati il 14,6% (il doppio della media nazionale). La regione Calabria spende significativamente meno della media nazionale in sanità, mentre la spesa per utente fruitore degli asili nido è di 2.182 euro. Differentemente, a Bolzano la spesa sanitaria pro capite è di 2.836 euro, mentre quella per gli asili nido è di 12.361. Similmente, a concorrere al welfare, c’ anche un basso livello di neet (10,5%, la metà della media nazionale) e inattivi (39,8%).