Come cambiano gli stipendi dopo il nuovo Irpef e il taglio del cuneo fiscale? L’argomento è stato trattato nelle scorse ore da Il Gazzettino, che riporta le parole della presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio Lilia Cavallari in occasione dell’audizione sulla manovra alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. La conferma del taglio «garantisce un importante supporto ai redditi da lavoro bassi e medi, in particolare il reddito degli operai incrementando la capacità redistributiva del complesso del prelievo contributivo e fiscale. La modalità per fasce fa però cessare ogni beneficio oltre la soglia di retribuzione lorda i 35.000 euro lordi, con una perdita di circa 1.100 euro con il superamento di tale soglia per un solo euro». Quindi ha aggiunto: «Nell’eventualità di ulteriori proroghe vi sarebbe un forte disincentivo al lavoro e si renderebbe più complesso il raggiungimento degli accordi di rinnovo contrattuale».
Il taglio del cuneo, è «la misura più rilevante della manovra, pari a 10,7 mld», ha specificato ancora, sottolineando che «è finanziata temporaneamente in deficit: una eventuale ulteriore estensione richiederà l’individuazione di misure di copertura strutturali». E ancora: «La revisione dell’ Irpef riduce da 4 a 3 le aliquote e interviene sulle detrazioni, con un importo pari a circa 4,3 mld. Il beneficio è di 75 euro annui per i redditi da lavoro dipendente tra 8.000 e 15.000; a partire dai 15.000 fino a 28.000 il vantaggio aumenta progressivamente con il reddito fino a un massimo di 260 euro; oltre i 50.000 euro il beneficio può azzerarsi per effetto del taglio delle detrazioni per oneri e spese non sanitarie».
NUOVI STIPENDI DOPO MODIFICHE IRPEF E CUNEO FISCALE: LE PAROLE DEGLI ESPERTI
Il taglio del cuneo contributivo, che si applica a due fasce di reddito e che è sommato al taglio dell’aliquota Irpef più alto per i redditi più bassi, pesa «sostanzialmente progressivo riducendo di 0,27 punti percentuali l’indice di Gini» ha aggiunto il presidente dell’Istat Francesco Maria Chelli, parlando sempre in audizione. «Se la sola riforma dell’Irpef – ha proseguito – riducendo gli scaglioni con aliquote progressivamente più alte, agisce in forma regressiva andando ad aumentare di 0,12 punti l’indice di Gini, considerando congiuntamente i due interventi prevale l’effetto progressivo della decontribuzione, con un indice di Gini che si riduce di 0,14».
Infine le parole del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che giudica in maniera positiva la somma del taglio del cuneo contributivo e la revisione delle aliquote Irpef: «In questo momento bisogna sostenere le famiglie a basso reddito – ha detto – stimiamo che tra i 9 mila e i 35 mila euro di reddito si avrà un effetto benedico tra i 560 euro e i 1400 euro», dice Bonomi in audizione sulla manovra 2024 presso le commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato a palazzo Madama.