Per l’ONU il mondo sta fallendo la battaglia contro la crisi climatica. “Il problema non è sotto controllo. I piccoli interventi non basteranno a salvarci”, ha affermato nelle scorse ore il segretario generale António Guterres. L’Organizzazione, come riportato da Suddeutsche Zeitung, ha esaminato i piani dei diversi Stati per determinarne l’impatto. È emerso che, se venissero implementati, nel 2030 il pianeta produrrebbe ancora emissioni di gas serra pari a 51,6 gigatonnellate. Quasi il 9% in più rispetto al 2010. Il miglioramento c’è rispetto al 10,6% individuato nel rapporto del 2022, ma non è sufficiente.
Solo due anni fa, al vertice sul clima di Glasgow, in Scozia, gli Stati si erano impegnati per ridurre le emissioni del 45% entro il 2030. Ciò avrebbe dato l’opportunità di stabilizzare il pianeta dal punto di vista del riscaldamento globale. Ma questo obiettivo sta diventando sempre più fuori portata. I progressi infatti stanno arrivando troppo lentamente. “Il divario tra ciò che è necessario e ciò che sta accadendo è più minaccioso che mai”, ha continuato il segretario generale.
ONU: “Crisi climatica non è sotto controllo”. Il rapporto è allarmante
“I risultati mostrano che i governi uniti stanno facendo piccoli passi per scongiurare la crisi climatica e che devono fare passi avanti più coraggiosi alla Cop28 di Dubai, per rimettersi in carreggiata”, ha affermato il segretario esecutivo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), Simon Stiell. Il problema, tuttavia, è che i piani sono volontari e in gran parte dei casi non vengono rispettati.
È proprio in virtù del fatto che la crisi climatica è ormai fuori controllo che l’ONU ha rivolto un appello ai Paesi affinché si adottino soluzioni concrete. “La Cop28 deve rappresentare un chiaro punto di svolta. I governi non devono solo concordare quali azioni più incisive verranno intraprese sul clima, ma devono anche iniziare a mostrare esattamente come realizzarle”, ha concluso.