La lettera della Commissione Ue, contenente il parere motivato dell’esecutivo europeo sul dossier delle concessioni dei Balneari, è stata inviata all’Italia. Come riportato dall’Ansa, l’invio della missiva rappresenta un passo avanti nella procedura di infrazione nei confronti di Roma per il mancato adeguamento alla direttiva Bolkestein.
“Concessioni balneari in Italia – Violazione della Direttiva e dei Trattati in funzione dell’Ue”, il titolo della lettera con il parere motivato dell’esecutivo europeo è visibile nella pagina web della Commissione che contiene e aggiorna gli atti relativi alle procedure di infrazioni aperta. L’agenzia di stampa evidenzia che, contrariamente a quanto previsto dalla prassi, la missiva non è stata indicata nel comunicato stampa comunitario che, il giovedì, dà gli ultimi aggiornamenti sulle procedura. Di conseguenza, al momento, la lettura del parere motivato non è disponibile. Ricordiamo che, una volta ricevuta la lettera, lo Stato membro ha a disposizione due mesi di tempo per rispondere e adeguarsi alla normativa.
Balneari, Ue invia nuova lettera d’infrazione all’Italia
Un portavoce della Commissione europea si è soffermato così sulla lettera inviata sulle concessioni dei Balneari: “Abbiamo inviato un parare motivato” sulle concessioni balneari italiane e questo “dà ora al governo italiano due mesi per fornire risposte e allora decideremo sui prossimi passi. La nostra preferenza è sempre di trovare un accordo con gli Stati membri, piuttosto che andare in giudizio. E’ un parere motivato e non pregiudica le trattative continue che avremo con le autorità italiane”. La Commissione Ue non ha ritardato il parere motivato, ha aggiunto il portavoce a chi, al briefing con la stampa, gli chiedeva perché Bruxelles abbia atteso diversi mesi per muoversi, nonostante dall’Italia, dopo l’incontro tra la premier Giorgia Meloni e il commissario Ue Thierry Breton, non siano stati fatti passi avanti per l’adeguamento alla Bolkenstein: “Non abbiamo ritardato il parere motivato. Nell’inviare la lettera abbiamo fatto quanto previsto per far avanzare la procedura di infrazione e, ribadiamo, ciò non pregiudica la trattativa” con il Paese membro.