L’EX SEGRETARIO DELLA CISL CRITICA LO SCIOPERO CGIL-UIL (E RICORDA LE REGOLE BASE DEL SINDACALISMO)
Alla vigilia dello sciopero, indetto da Cgil e Uil, che ha monopolizzato il dibattito politico degli ultimi giorni, l’ex segretario Cisl Raffaele Bonanni – per 7 anni alla guida del sindacato che non partecipa alla protesta di Landini e Bombardieri – non risparmia critiche anche molto aspre al “collega” leader del sindacato rosso. Secondo l’ex Cisl, Landini sbaglierebbe a dire che il Governo ha messo in discussione il diritto costituzionale di scioperare: «non è così», spiega Bonanni nella lunga intervista a “Libero Quotidiano”, «Landini dovrebbe sapere che c’è una regolamentazione anche nel diritto di sciopero».
La “pietra di scandalo” riguarda la precettazione imposta dal MIT del Ministro Salvini – dopo il parere della Commissione di Garanzia – in quanto lo sciopero indetto da Cgil e Uil in realtà non aveva tutti i requisiti per essere una “protesta generale”: ebbene, secondo Bonanni, occorre ricordarsi sempre le regole base del sindacalismo, elemento al momento non del tutto “dimostrato” dall’invettiva di Cgil e Uil. «Il successo di uno sciopero non sta solo nel clamore che riesce a provocare. Per un sindacato che fa gli interessi dei lavoratori, ma che pensa anche agli interessi generali, la riuscita si misura anche dalla simpatia che riesce ad attirare in tutti i cittadini», rileva l’esperto dei diritti dei lavoratori, per anni alla guida di uno dei tre sindacati della “Triplice”.
BONANNI: “LANDINI DEVE PENSARE AGLI INTERESSE DI TUTTI”
Ad ogni diritto deve corrispondere un dovere, ricorda Bonanni sottolineando come Landini abbia di fatto “dimenticato” le origini e le regole base del sindacalismo confederale: deve prevalere per i sindacati come Cgil, Cisl e Uil «l’interesse generale, non solo di parte». Invece Landini e Bombardieri, secondo l’ex leader cislino, «hanno proclamato uno sciopero a scacchiera, a spezzatino. Che non ha niente a che fare con lo sciopero generale. E poi, francamente, quando al governo c’era Conte non ricordo questa foga di scioperare…».
Insomma, per Raffaele Bonanni, lo sciopero del 17 novembre ha tutto fuorché la protesta nel merito, è di fatto uno sciopero «politico» più che sindacale; secondo l’ex leader Cisl prima di Furlan è falso anche dire che sia stata la prima precettazione nella storia degli scioperi generali, così come definire l’atto del Governo «squadrista» è piuttosto «avventuriera» come affermazione. Come aveva di recente raccontato anche al “Foglio”, Bonanni ne è certo: «Landini deve imparare le regole base del sindacalismo», invece tende sempre più a incarnare un ruolo politico piuttosto che sindacale. «Gli incontri con le parti sociali sono stati fatti. Altro è se tu vuoi ottenere esattamente quello che chiedi…», contesta Bonanni accusando Cgil e Uil odierne di voler primariamente fare politica. Sempre a “Libero” racconta l’ex segretario generale: «il problema più preoccupante è l’assoluta incapacità di leggere la situazione: se vuoi aumentare i salari, devi trattare su come diminuire le tasse e su come far crescere la produttività. Significa ragionare sugli orari, sui premi per chi produce di più. Non mi pare che in tutto il sindacato ci sia una disponibilità a ragionare».