“Donald Trump è il più grande pericolo per il mondo nel 2024“, titola così l’Economist paragonando l’ex presidente Usa ad un’ombra che incombe sul mondo. Il settimanale d’informazione politico-economica ha pubblicato The World Ahead 2024, la 38esma guida annuale alle previsioni per l’anno a venire, indicando il tycoon come un potenziale rischio. In particolare, la sua vittoria alle elezioni presidenziali Usa, ipotesi tutt’altro che remota. Trump domina le primarie repubblicane ed è in vantaggio sull’attuale presidente Usa Joe Biden negli Stati in bilico stando a diversi sondaggi. In quello pubblicato dal New York Times, il 59% degli elettori si fida di lui riguardo l’economia. Le cause civili e le azioni penali, dunque, non lo stanno penalizzando, tutt’altro.
«È un momento pericoloso per un uomo come Trump che torna a bussare alla porta dello Studio Ovale. La democrazia è in difficoltà in patria», scrive Economist, secondo cui l’ex presidente Usa, alla luce del suo precedente mandato, ha già studiato le contromosse. La sua strategia, infatti, prevede ad esempio l’inserimento dei fedelissimi nei posti più importanti.
IL MONDO TEME VITTORIA TRUMP ALLE ELEZIONI USA?
«Trump sarebbe libero di perseguire punizioni, protezionismo economico e accordi teatralmente stravaganti», scrive Economist. Ma il settimanale si spinge anche oltre, riportando voci di timori nelle cancellerie mondiali. «Non c’è da stupirsi che la prospettiva di un secondo mandato Trump riempia di disperazione i parlamenti e i consigli di amministrazione del mondo». La più grande minaccia però riguarda gli stessi Stati Uniti, perché dopo l’eventuale vittoria alle elezioni presidenziali «farà guerra a qualsiasi istituzione che lo ostacoli, compresi i tribunali e il Dipartimento di Giustizia».
Se Trump tornasse alla Casa Bianca, ci sarebbero effetti anche all’estero. «La Cina e i suoi amici gioirebbero per la prova che la democrazia americana è disfunzionale. Se Trump calpestasse il giusto processo e i diritti civili negli Stati Uniti, i suoi diplomatici non potrebbero proclamarli all’estero. Il Sud del mondo sarebbe confermato nel suo sospetto che gli appelli americani a fare ciò che è giusto siano in realtà solo un esercizio di ipocrisia. L’America diventerebbe solo un’altra grande potenza».
COSA CAMBIEREBBE ALL’ESTERO CON VITTORIA DI TRUMP
Con la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali Usa del 2024, per l’Economist, «anche l’istinto protezionistico sarebbe svincolato. Nel suo primo mandato l’economia ha prosperato nonostante i suoi dazi sulla Cina. I suoi piani per un secondo mandato sarebbero più dannosi». Il settimanale cita l’idea di un’imposta universale del 10% sulle importazioni, più di tre volte il livello attuale. Ma il protezionismo farà crescere i prezzi per gli americani. «I tagli alle tasse alimenterebbero l’inflazione, non la crescita». In questi anni il mondo è cambiato, motivo per il quale un’altra presidenza Trump porterebbe gli Stati Uniti ad abbandonare l’Europa.
«Putin sarebbe incentivato a combattere in Ucraina e a colpire paesi ex sovietici come la Moldavia o gli Stati baltici. Senza la pressione americana, è improbabile che Israele riesca a generare un consenso interno per i colloqui di pace con i palestinesi. Considerando che Trump non è al fianco dei suoi alleati, il Giappone e la Corea del Sud potrebbero dotarsi di armi nucleari». In Medio Oriente, invece, potrebbe sostenere Israele senza riserve, mentre in Asia potrebbe provare a stringere un accordo con la Cina per abbandonare Taiwan. Inoltre, potrebbe «distruggere gli sforzi per rallentare il cambiamento climatico». In conclusione, per l’Economist «la vittoria confermerebbe i suoi istinti più distruttivi sul potere. I suoi piani incontrerebbero meno resistenza. E poiché l’America lo avrà votato sapendo il peggio, la sua autorità morale diminuirà».