C’è un preciso meccanismo molecolare che incrementa il rischio di una forma grave di Covid. A scoprirlo uno studio condotto dal team coordinato dalla professoressa Antonella Viola dell’Università di Padova, impegnato nella ricerca di una spiegazione allo sviluppo di sintomi più gravi e prolungati. Responsabile è un recettore, che si chiama RAGE, di cui nessuno aveva sospettato il coinvolgimento nell’ingresso del coronavirus in specifiche cellule immunitarie. Questo consente al virus Sars-CoV-2 di penetrare dentro i monociti, un tipo di globuli bianchi che, se infettati, possono causare la tempesta citochinica tipica di pazienti con forme più severe di Covid.
La scoperta del ruolo di questo recettore può servire anche «a capire perché alcune persone sperimentano gli effetti collaterali dei vaccini e altre no. E a formularne di più efficienti», ha dichiarato Viola nell’intervista resa a Fanpage. In altre parole, l’attivazione del recettore RAGE scatena una risposta infiammatoria. «Sapevamo che è particolarmente attivo in una serie di condizioni patologiche, come l’obesità e il diabete. Ma questa è la prima volta che viene identificato come recettore della proteina spike di Sars-Cov-2, che è anche la stessa che utilizziamo nei vaccini».
IL RECETTORE RAGE TRA COVID E VACCINI: LO STUDIO
Trattandosi di un recettore polimorfo, che si presenta in modi diversi nella popolazione, potrebbe spiegare perché il Covid in alcuni pazienti scatena quella tempesta, «ma può anche aiutarci a spiegare perché la vaccinazione può provocare una risposta infiammatoria tale da causare la comparsa di sintomi come la febbre e i dolori muscolari». La scoperta è stata fatta analizzando i campioni ematici di malati ricoverati presso il reparto di Malattie infettive diretto dalla professoressa Annamaria Cattelan, concentrandosi su pazienti con sintomi leggeri e su quelli con forme più gravi.
Ma è stata condotta anche un’analisi temporale per valutare, «a livello di tutte le cellule del sangue, cosa comportasse l’infezione, attraverso una tecnica molto moderna, chiamata analisi della trascrittomica nelle singole cellule, che ci ha permesso di rilevare tutti i geni che erano espressi nei diversi momenti della malattia». Poi è seguita un’analisi bioinformatica per osservare i geni espressi e scoprire che sono controllati dal recettore RAGE che può legare la proteina spike del coronavirus.
“AVREMO VACCINI CON MENO EFFETTI COLLATERALI”
Il recettore RAGE è particolarmente attivo nelle persone diabetiche, un aspetto interessante per la professoressa Antonella Viola, visto che i diabetici sono uno dei gruppi di pazienti a più alto rischio di sviluppare una forma grave di Covid. «Noi pensiamo che una ragione di questo aumento del rischio risieda proprio nei polimorfismi di RAGE, che rendono il recettore particolarmente attivo in questi pazienti». A proposito degli effetti collaterali dei vaccini, l’attivazione di questo recettore potrebbe dare una spiegazione «proprio perché la proteina spike che utilizziamo per stimolare la risposta del sistema immunitario si lega anche a questo recettore».
Nell’intervista a Fanpage l’immunologa chiarisce che i risultati di questo studio possono «aiutarci a formulare vaccini che abbiano meno effetti collaterali, che non inducano febbre o dolori, magari bloccando l’interazione della proteina Spike con RAGE, ma può anche permettere di disegnare vaccini più efficienti, che evitino l’attivazione di questo recettore». Inoltre, tramite una nuova analisi per valutare la distribuzione dei recettori nella popolazione, si potrebbe anche riuscire a «identificare i soggetti che rischiano di sviluppare una malattia più grave».