Elena, la sorella di Giulia Cecchettin, a Storie Italiane, è tornata a parlare di quelli che sono stati i segnali della pericolosità di Filippo Turetta. Gli episodi critici infatti non erano mancati. “Io e Giulia l’11 febbraio di quest’anno siamo andate a Milano per un concerto, avevamo preso i biglietti da tempo. Lei probabilmente gli aveva detto che lo avrebbe aggiornato su cosa stavamo facendo. Lui però l’aveva presa troppo letteralmente. La obbligava a scrivergli ogni due secondi. Io le avevo chiesto di non stare al telefono, di godersi quei momenti. Lui ha iniziato a fare scenate, dicendo che non stava mantenendo la promessa e che la stava tradendo e abbandonando. Io presi il telefono di mia sorella e l’ho tenuto, in modo che non sentisse la pressione di dovere rispondere. A quel punto lui ha iniziato a scrivere a me. Io l’ho bloccato. Su di me questi ricatti non avevano effetto. Io sono rimasta interdetta. Non capivo perché cercasse di essere sempre presente, anche in un momento in cui lei era al sicuro con me”, ha ricordato.
Ma non solo. “Un altro episodio allarmante, per cui Giulia lo ha lasciato la prima volta, è successo a febbraio-marzo. Lui le ha chiesto di fermarsi con gli esami dell’Università e di aiutarlo, perché non potevano non andare avanti insieme. È spaventoso. In una relazione non si deve vivere in simbiosi. Lui era ferito perché lei si sarebbe laureata prima di lui. Anche se lei non glielo faceva pesare, semplicemente aveva studiato di più ed era stata più veloce. Non c’era nulla di male. Giulia lo aveva percepito come un campanello d’allarme, poi però non è riuscita a staccarsi”.
Elena Cecchettin: “Filippo voleva vivere in simbiosi con Giulia”. Il racconto
Giulia Cecchettin aveva capito che qualcosa non andava in Filippo Turetta, ma né lei né la sorella Elena immaginavano che potesse arrivare a uccidere. “Non è bello apprendere che fosse premeditato, questo mi distrugge. Io molte volte in questi giorni mi sono domandata più volte perché rovinarsi la vita così, a questa età. Anche egoisticamente parlando, perché Filippo ha rovinato anche la sua di vita. Io ho sperato fino all’ultimo che l’avesse solo rapita. Sotto sotto però sapevo qual era la verità. Quando mio fratello e mio padre mi hanno chiamato, dicendomi che Giulia era con Filippo e non era tornata a casa, mi è crollato il mondo addosso. Avevo capito tutto, anche se volevo sbagliarmi”.
Da qui l’appello. “Voglio parlare ai ragazzi, affinché non ci obblighino più a stare attente e ci rendano la vita un po’ più facile. Non è giusto che la responsabilità sia solo nostra. Non è normale che passando davanti al bar ci siano persone che fischino e commentino. Giulia, quando capitava, mi faceva sempre cambiare strada. Non siamo noi a dovere cambiare strada, devono essere quelle persone a smettere, ad essere educate. Noi abbiamo diritto a essere rispettate, non valiamo meno di loro. È importante cercare di educare i propri figli all’affettività e alla sessualità, senza avere paura di affrontare certi temi. Amare non significa possedere. Va insegnato anche ad essere fragili. Un ‘no’ può essere un motivo di crescita. Se Filippo avesse pensato che questa rottura fosse stata un’occasione per maturare, per uscire di casa e incontrare qualcuno di più adatto a lui, questo non sarebbe successo”, ha concluso.