Abbiamo da qualche giorno terminato anche quest’anno la stagione (alta) turistica nelle destinazioni cosiddette “Città d’arte” e “Mare” (compresa la montagna estiva) e subito ovviamente sono iniziati i proclami e le autocelebrazioni a partire dal ministro del Turismo Santanché che festeggia il ritorno degli americani che vogliono assolutamente l’Italia e che dobbiamo ringraziare per l’incredibile campagna pubblicitaria “Memorabilia”. Inoltre, ancora il settore è stupito dal coraggio di normare finalmente gli affitti brevi in modo determinato, creando finalmente delle regole giuste, che mettessero ordine e dessero i giusti risultati a tutti, Agenzia delle Entrate compresa!
Peccato che se poi guardiamo bene i fatti abbiamo:
– I dati pubblicati ovunque indicano un calo delle presenze degli italiani che ha toccato il 20%; è vero che gli americani sono aumentati e di molto, ma sarebbe utile considerare che hanno invaso l’Europa e non solo l’Italia e che il cambio euro/dollaro, rispetto agli anni pre-Covid ora è più favorevole anche del 20/25%.
– Se consultiamo le pagine ufficiali dei Paesi intorno a noi e maggior competitors che non stanno facendo mega campagne pubblicitarie per spingere la loro destinazione troviamo: Italia con meno di 600.000 followers, superati da (in ordine) Germania con 2.800.000 followers, Spagna con 2.200.000, Francia con 2.100.000, Austria con 1.700.000, la Grecia con 800.000 e udite-udite, Olanda con quasi 800.000 followers! Avete mai visto una campagna pubblicitaria che promuovesse il turismo in Olanda? Nonostante tutto siamo ancora una delle due destinazioni europee più desiderate, ma poi evidentemente nei fatti si cerca altrove!
– Celebriamo la nuova legge sugli affitti brevi che il mondo prenderà come “esempio” se non valesse il fatto che il “mondo” una legge fatta decisamente meglio ce l’ha da anni.
Nel 2022 i pagamenti della cedolare secca con F24 hanno cubato 80.000.000 di euro che corrispondono a circa 380.000.000 di imponibile. È stato stimato in modo realistico, e con 400.000 annunci pubblicati è un dato anche prudente facendo due conti facili-facili, che il volume prodotto dagli affitti brevi in Italia tocca gli 11 miliardi di euro! Ministro le ricordo che l’Iva per il settore turistico è del 10%. E il miliardo di Iva che non viene versato? Dove lo considera visti i vari tagli in altri ambiti anche sociali? Calcolando poi una cedolare secca del 21% è come se la maggior parte dei proprietari pagasse di fatto solo l’11%. Le sembra normale? Non dico nemmeno “corretto” e ne avremmo da dire. E la sua migliore idea invece è quella delle due notti come soggiorno minimo? Tutto il mondo ha normato il settore da anni con un semplice principio: quanti giorni nell’anno sono destinati ad affittare il proprio immobile con il sistema degli affitti brevi. Se si supera il limite (variabile da circa 90 a 120 giorni) si passa a essere automaticamente attività di impresa e quindi si devono rispettare le regole che tutte le imprese sono obbligate a seguire e non solo quelle, se pur importanti, relative alla sicurezza sugli incendi.
New York, che già aveva una legge severa, ha ulteriormente regolamentato il settore obbligando a limitare l’affitto di immobili a quelli dove il proprietario è residente oltre ad altre ulteriori regole. L’Ue sta iniziando a stringere ulteriormente.
In Italia invece, mentre si celebra questa geniale legge, osserviamo le proteste degli studenti che ormai sono vessati con richieste di affitti impossibili, lavoratori che non possono nemmeno trovare appartamenti disponibili perché il rischio di non poter poi mandare via chi non paga mette i proprietari di casa davanti alla scelta di locazione a lungo e breve termine andando verso questa ultima opzione, viste le condizioni da Alice nel paese delle meraviglie, anzi scusate delle “memorabilie” in cui oggi il settore vive. Quanto meno con il nuovo Ddl sulla sicurezza si vuole affrontate il problema degli sfratti! Magari si inizia a cambiare qualcosa.
Vogliamo parlare della tassa di soggiorno? Avete consentito, chiedo scusa, avete obbligato alcuni Comuni come Firenze ad aumentare la tassa di soggiorno in modo esagerato senza considerare poi le politiche scellerate usate dai Comuni stessi.
Ma le sembra normale che la tassa di soggiorno sia fissa indipendentemente dal tipo di struttura e dalla posizione? Lei ha presente che un appartamento nel centro di una città ha tariffe anche doppie rispetto a un hotel 4 stelle in periferia? Giusto per fare un esempio. Non sarebbe più logico metterla in percentuale, sistema più equo e che, tra l’altro, aiuterebbe a diminuire l’evasione in modo massiccio visto che sarebbe più facile rendere le strutture e le piattaforme come sostituti di imposta e perché farla pagare separatamente in nero sarebbe più complicato? Ovviamente no, anche questo è troppo difficile e copiare i sistemi virtuosi applicati all’estero che funzionano è complicato. Sapete come si dice sempre per trovare un alibi, giusto? “Eh ma è difficile e le complessità sono diverse, voi non capite”. Faremo finta di non pensare a interessi di qualche associazione che continua a condizionare queste scelte.
– Andiamo avanti! Osanniamo il livello medio della nostra struttura di accoglienza facendo finta di niente circa il fatto che il mercato degli NPL (Non Performing Loan), cioè degli immobili (alberghieri in questo caso) che hanno mutui non pagati grazie al livello mediamente mediocre del nostro sistema di ospitalità, ha raggiunto valori mostruosi con le banche che non sanno come fare.
– Continuano a chiudere gli alberghi piccoli, le vecchie pensioni, le strutture a gestione familiare e parliamo di centinaia ogni anno, mentre gli investitori stranieri, nella maggior parte dei casi, continuano solo a investire nelle “big four” Milano, Venezia, Roma e Firenze e in strutture 5 stelle in generale, perché ritengono troppo rischioso andare in città considerate di fascia inferiore.
Qualche giorno fa mi è capitato di parlare con una cliente colombiana! Mi piace, quando c’è l’occasione, parlare con i clienti soprattutto stranieri e capire come ci vedono e cosa pensano del nostro sistema turistico. Ovviamente nessuno può discutere che l’Italia sia il Paese più bello del mondo sotto ogni punto di vista, ma quando ho chiesto a questa cliente cosa pensasse della qualità della nostra accoglienza e ha risposto, con una faccia tra l’imbarazzata e il frustrato, che il giorno prima a Roma, parlando con il cameriere dell’hotel, questo le ha detto “Sei colombiana? Ho visto tutta la serie di Pablo Escobar su Netflix!” cosa posso aver pensato cara Ministro? Sicuramente che non c’è proprio niente da festeggiare.
Magari qualche giretto all’estero a studiare cosa fanno gli altri non farebbe male.
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