Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo economico della Lombardia, ha parlato in una intervista a Il Sole 24 Ore degli obiettivi green imposti dall’Unione europea, chiedendo che sia data più autonomia ai singoli Stati per quel che concerne i piani di raggiungimento. Il rischio, infatti, è che quelli previsti ad ampio raggio non siano convenienti per l’Italia e per le singole Regioni.
“Vogliamo che l’Ue veda nell’industria manifatturiera un volano di sviluppo e che le prossime decisioni vengano adottate per questo, introducendo percorsi per la crescita del prodotto interno lordo. Prendiamo l’automotive: viene imposto l’elettrico a livello europeo, ma noi quegli obiettivi, che non contestiamo, li raggiungiamo meglio utilizzando l’innovazione nelle nostre filiere. L’Europa in sostanza ci dica dove vuole arrivare, il come lo decidiamo da soli, senza fare del male alle nostre filiere storiche”, ha sottolineato. La Lombardia, in tal senso, ha già dimostrato in questi mesi di averne le capacità. Ma non solo. “Abbiamo creato una rete di relazioni con molte regioni produttive di cui ci candidiamo ad essere portavoce”.
Guidesi (assessore Lombardia), il messaggio all’Ue: “Sì agli obiettivi green, ma con più autonomia”
Il settore delle automotive non è tuttavia l’unico per cui Guido Guidesi si batte contro l’Unione europea. “Un altro esempio è l’economia circolare, di cui siamo campioni. Ma ci vogliono ora imporre il riuso, quando noi siamo in grado di riciclare bene anche la plastica. Non solo: ci dicono no ai biocarburanti ma poi non possiamo neppure convertire le nostre bioraffinerie. Non abbiamo bisogno di questa ingerenza per crescere”. E l’assessore allo Sviluppo economico della Lombardia precisa: “Noi condividiamo gli obiettivi, ma non vogliamo l’omologazione. È dal territorio che parte l’economia, non da Bruxelles. Ci aspettiamo che nasca una visione per aree settoriali, con strategie condivise a livello industriale”.
Il messaggio, tuttavia, è diretto anche al Governo italiano: “L’autonomia regionale farebbe bene a tutti, anche alle nostre regioni in difficoltà. La differenza tra noi e le altre regioni europee avanzate è che loro dispongono di più risorse e maggiori competenze. Lo dico chiaramente: il vero nemico dello sviluppo economico è il centralismo, a tutti i livelli, europeo e italiano”, ha concluso.