Dardust è pronto a portare nei teatri il suo spettacolo “Duality + Guests” nei quali avrà appunto 5 ospiti per 5 serate. Il Producer, ospite de Le Iene, si è esibito in un monologo nel quale ha parlato del successo: “Mi hanno definito il Re Mida del pop, il Producer che qualsiasi tocca la trasforma in oro. Mi hanno sempre ricordato i numeri: oltre 70 platino, 500 milioni di streaming, i primi passi in radio e nelle classifiche”.
Traguardi importanti, certo, ma anche pericolosi. “Ne vado fiero ma quei numeri ad un certo punto hanno cominciato a mettermi addosso una pressione pericolosa, un’ansia da prestazione, perché dovevo superarli, come se il mio valore artistico dipendesse da quello. Perché o ero il Dardust che sfornava hit oppure semplicemente non ero. Ma dov’era la musica, la mia musica? Sentivo che stavo perdendo una parte di me, quella che sin da bambino mi aveva fatto amare il gesto di suonare, non per diventare primo” ha proseguito.
Dardust: “Disintossichiamoci dalle aspettative”
L’ansia, la pressione, la paura di non essere all’altezza, hanno spinto Dardust a cambiare strada: “Ho deciso di riportare quel bambino al pianoforte per un nuovo percorso da produttore e performer, che ho arricchito con la passione per i sentitezzatori. Un viaggio rischioso, non convenzionale, che mi ha portato in giro per il globo e a pubblicare quattro dischi. C’è un mondo dove il valore di un artista dipende dalla domanda ‘Funziona?’ ossia ‘Quanto vende?’. E non c’è artista che non sogni di conquistare un pubblico enorme ma quel sogno non può prescindere da ciò che sei, altrimenti diventa una prigione, una prigione dorata ma che ti incatena” ha continuato.
Nel monologo a Le Iene, infine, un importante consiglio da parte del produttore e autore: “Disintossichiamoci dalle aspettative, dall’ossessione dei sold out, dalla foga di essere sempre vincenti, dai numeri. Io lo sto facendo e sono sicuro che da quanti mi seguiranno, alla fine non potrò che essere felice e non solo un prodotto da vendere. Di essere me stesso e non solo ciò che inseguire i numeri mi avrebbe portato ad essere”.