La nota avvocata Annamaria Bernardini De Pace, legale matrimonialista, è stata intervistata stamane dal quotidiano Libero per commentare la tragedia di Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa da Filippo Turetta. Analizzando il caso di Giulia Annamaria Bernardini De Pace ha parlato di cultura del matriarcato, in controtendenza rispetto alla credenza popolare. «Prima della riforma del diritto di famiglia, nel 1975, le donne non avevano parità giuridica, rispondevano al marito. Una volta che giustamente hanno ottenuto la parità, non si sono accontentate perché vogliono essere più potenti. E cosa fanno? Pensi alla gestione dei figli. Le madri credono di essere le uniche ad avere diritti sui figli perché li hanno cresciuti, perché hanno passato più tempo con loro, eccetera. Oggi il 76% di ricorsi di separazioni partono dalle donne, sono loro a voler porre fine a un matrimonio. Le signore tradiscono molto più dei maschi solo che non si fanno scoprire, mentre i mariti hanno la sindrome di Pollicino e lasciano tracce ovunque. Ci sono donne che non si separano solo perché lui è ricco, e molte di quelle che divorziano da un uomo ricco vogliono solo spennarlo. E poi le amanti…».
E ancora «Le donne non sono più quelle di una volta? Esatto. Vogliono passare dalla serie B alla serie A e allora pubblicano le foto su Instagram in cui indossano le scarpe della moglie di lui prese di nascosto dalla casa al mare. Sono loro che decidono per l’uomo. Le vere vittime sono i maschi». Sul governo, Annamaria Bernardini De Pace precisa: «Penso che la destra di governo non c’entra nulla col patriarcato. Giorgia Meloni che pure non ho votato è una delle persone che ammiro di più, è coraggiosa, intelligente, coerente e sincera. È cresciuta senza padre, si è liberata del suo uomo alla prima occasione».
BERNARDINI DE PACE: “LE DONNE SONO EDUCATE A SUBIRE”
Ma perchè allora tutti questi femminicidi? «Perché sono educate a subire e non sanno scappare dagli uomini cattivi. Ho sentito una conduttrice televisiva dire “una donna coraggiosa, ha accettato per anni le botte del marito”. Le donne coraggiose se ne allontanano, non se lo tengono». L’avvocato ha spiegato di aver subito atti di sessismo nel corso della sua carriera:
«Certo,ma sono sempre andata avanti per la mia strada. I miei colleghi pur di non riconoscere la mia bravura mi dicevano “è in gambe” – alludendo al fatto che avessi belle gambe – e non “è in gamba” ma io me ne sono sempre fregata. E ho ottenuto tutto quello che volevo».
Sull’omicidio di Giulia: «Credo che Filippo sia cresciuto, come molti giovani di oggi, nella bambagia. Non gli è stato mai detto “no” e non è diventato emotivamente adulto. Non gli è stato insegnato che i cambiamenti sono necessari. Considerava Giulia come sua e quando lei gli ha comunicato che non voleva più stare con lui, non ha accettato la decisione,non ha saputo attraversare il dolore della perdita. Giulia, invece di ascoltare la sorella, invece di auto-tutelarsi lasciandolo perdere, ha fatto prevalere la sua generosità». Sul fatto che Filippo avesse chiesto a Giulia di aspettare a laurearsi: «Tanta invidia oltre all’incapacità di accettare un “no“, c’è anche l’incapacità di assistere al successo della propria partner». Diranno che secondo me se l’è cercata? Lo so che le femministe tossiche diranno questo. Ma Giulia non se l’è cercata. La colpa è di Filippo. Dico solo che avrebbe dovuto pensare più a se stessa che a Filippo…».
BERNARDINI DE PACE: “LA FAMIGLIA DEVE CONDIVIDERE”
Una mano in tal senso può darla la famiglia: «La famiglia, attraverso la condivisione continua. Con le mie figlie, che hanno cinquant’anni, parliamo ancora di tutto. Il guaio è che oggi tutti hanno un cellulare in mano». Quindi Annamaria Bernardini De Pace chiosa: «Ma perché bisogna prendersela con tutti i maschi? Non è così che si riducono i femminicidi, le donne debbono ribellarsi a situazioni che non sopportano. Oggi (ieri, ndr) Libero titola “Caccia al maschio” ed è vero che adesso tutti gli uomini sono criminalizzati, accusati di essere la causa di ogni male. Mi chiedo poi che cosa c’entri il governo con l’omicidio di questa ragazza. Non capisco perché debba essere buttato tutto in politica. Questo è uno dei motivi per cui non ho amato il film di Paola Cortellesi che pure è un’attrice da Oscar». Quindi conclude: «Una donnadeve salvarsi da sola, senza aspettare che la liberi la politica come da sempre pensano le donne di sinistra».