Gli studenti delle scuole superiori che si iscrivono all’università sembrano essere cresciuti nel corso degli ultimi anni, ma purtroppo senza effetti positivi anche sul loro rendimento generale. Dati che sembrano dimostrare come gli effetti drammatici del covid e delle limitazioni dovute al lockdown, che hanno costretto gli studenti a seguire le lezioni con la famigerata didattica a distanza, siano ancora presenti a distanza di anni.
Queste considerazioni sul rendimento degli studenti neo-diplomati nelle università sono dovute alla Fondazione Agnelli, che nella giornata di oggi ha pubblicato l’edizione 2023 dell’Eduscopio, ovvero la classifica delle migliori scuole superiori sul territorio italiano. Uno strumento sicuramente utile a studenti e genitori che possono orientare la loro scelta sull’istituto che offre le migliori possibilità future. Tra i parametri considerati dalla Fondazione vi è anche il rendimento in università, identificativo della preparazione accademica dello studente. E se è vero che tra i diplomati nell’anno accademico 2019/20, il primo in lockdown, sono aumentate le immatricolazioni, lo stesso non si può dire per la capacità di sostenere attivamente gli esami.
I dati della Fondazione Agnelli sulle università
Insomma, partendo dall’aspetto positivo delle rilevazioni fatte dalla Fondazione Agnelli, emerge che il 56,2% dei diplomati nel 2019/20 si sono iscritti all’università, con un tasso più alto del 2,1% rispetto ai maturandi del 2019 e del 2,2% per quelli del 2018 (rispettivamente 54,1% e 54%). Similmente, a livello di media delle valutazioni ottenute nel primo anno, si è raggiunto per i diplomati nel 2020 il 25,3 rispetto al 25 degli anni precedenti.
Ma assieme alle note positive, vi sono anche quelle negative, ed infatti la Fondazione Agnelli ha appurato che tra gli iscritti all’università, nel corso del primo anno, il 18,8% non ha sostenuto alcun esame, rispetto al 16% dei diplomati nel 2019, al 14,1% per quelli del 2018 e al 13,9% per il 2017. Una immobilità che pesa soprattutto sui diplomati nei tecnici tecnologici e su chi ha scelto di immatricolarsi in scienze matematiche, fisiche e naturali (con un aumento del 4,2% nel 2020). Calano, contestualmente, anche i crediti acquisiti nel primo anno di università da coloro che hanno sostenuto esami, pari al 66,9% dell’effettivo carico previsto per i diplomati nel 2020, rispetto al 69,3% per l’anno precedente.
Dati che, secondo Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, si possono spiegare con il fatto che “l’emergenza sanitaria, insieme alle drammatiche prospettive del mercato del lavoro nel 2020, abbiano indotto a iscriversi all’università studenti che in altre situazioni non lo avrebbero fatto: una volta superata la fase più critica, molti di questi hanno rinunciato a dare esami. Questi dati offrono comunque ulteriori indizi e segnali d’allarme a proposito delle fragilità emotive dei ragazzi e delle ragazze che sono stati investiti in pieno dalla pandemia”