L’hospitality & travel industry al pari di qualsiasi grande industria italiana capace di garantire almeno altrettanto Pil, cioè circa il 13% tra diretto e indotto (255 miliardi di euro), con 2,7 milioni di occupati. Dignità e attenzione, quindi, da parte del Governo e di chi amministra (si sa che a livello centrale il turismo può godere solo di coordinamento e promozione, mentre tutto il resto è affidato alle Regioni), ma anche dagli stessi operatori, tutti stakeholder chiamati stavolta in una stessa squadra. Con obiettivi condivisi: dare centralità strategica ed economica al comparto, portarlo a essere il primo contributore della ricchezza nazionale; affrancarlo da una visione marginale; dotarlo di una visione da protagonista mondiale capace di cogliere, e vincere, le sfide del presente per garantirne un futuro solido; accrescerne l’attrattività, la competitività e la resilienza; cambiare l’approccio con i portatori d’interesse (ascolto, condivisione e dialogo con gli operatori di settore nel processo decisionale, in una dinamica pluridirezionale, orizzontale e inclusiva); puntare alla fruibilità totale del territorio, valorizzare il patrimonio e andare oltre la stagionalità; favorire l’innovazione con investimenti strategici per competere con le altre destinazioni turistiche mondiali.
Questa la “visione” tracciata dal ministro al Turismo Daniela Santanchè a “Meraviglia, gli Open – Forum internazionale del Turismo 2023”, la due giorni che si è chiusa ieri a Baveno, sulla sponda piemontese del lago Maggiore, con la partecipazione (tra gli altri) del ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti, del ministro allo Sport Andrea Abodi, della ministra all’Università Anna Maria Bernini, di quello alla Cultura Gennaro Sangiuliano, e con un intervento della premier Giorgia Meloni da remoto (era in Germania, per il Business Forum di Berlino).
“Il turismo – ha detto Meloni – è uno dei motori trainanti dell’Italia, è uno degli asset strategici del nostro tessuto produttivo. Però, a cospetto della sua rilevanza, speso è stato trascurato, potremmo dire che a volte è stato addirittura snobbato, ed è un errore che io considero gravissimo sul piano strategico. Ed è la ragione per la quale dall’inizio ci siamo messi al lavoro per dare al turismo nuova centralità, come dimostra anche questo evento, per guardarlo anche da una prospettiva diversa”. “Nel turismo – ha aggiunto – è anche necessario affrontare una mancanza cronica di manodopera meno qualificata, e ogni riferimento alle politiche assistenzialistiche del passato è voluta: è la ragione per cui siamo voluti intervenire sul Reddito di cittadinanza, abolendolo per chi era in condizioni di lavorare”.
Santanchè ha poi ricordato la road map degli interventi pianificati: dalla comunicazione a una piattaforma nazionale di brand Italia per evitare campagne regionali prive di coordinamento e scollegate, all’introduzione della VIT – Valutazione di Impatto Turistico come processo culturale e non burocratico, fino alla varata detassazione delle mance o alla riforma delle guide turistiche. Ma l’obiettivo principale resta la creazione della “squadra” con il ministero, gli assessori al turismo delle Regioni, gli imprenditori, per vincere la sfida dell’upgrading: l’Italia oggi è al settimo posto in Europa per incidenza del comparto sul Pil, davanti a Francia e Germania. “Adesso la sfida è crescere – ha detto Santanchè – e lo faremo solo se sapremo creare una squadra, motivo di questo forum, ascoltare e unirci. Da soli si va più veloci e assieme si va più lontano”. E almeno i primi membri della squadra sembrano già individuati: il Presidente del Senato Ignazio La Russa, i ministri Francesco Lollobrigida (Agricoltura), Adolfo Urso (Imprese e del made in Italy), e gli assessori regionali al turismo.
I numeri. Quest’anno il settore si è avvicinato ai numeri record del 2019 (-1,7% di presenze nelle strutture turistiche e -0,1% di passeggeri sui voli), ma ad annata conclusa il dato è previsto a pareggio o in sorpasso. Grazie all’attivazione di filiere sul territorio nazionale, il turismo genera un effetto moltiplicativo di 2,5 sul Pil. Nel primo trimestre 2023 sono state assunte circa 90 mila persone nel settore; nell’arco dell’ultimo anno, l’occupazione femminile nel turismo è cresciuta del 15,5%, con oltre 100 mila nuove occupate. Nel 2023 si stima che la spesa del comparto turistico ammonterà a 155,2 miliardi di euro, con poco meno di 1/3 della spesa turistica derivante dal comparto internazionale. Lo scorso agosto il saldo della bilancia dei pagamenti turistica dell’Italia ha registrato un avanzo di 2,7 miliardi di euro. La spesa dei viaggiatori stranieri in Italia nel mese di agosto, assestandosi a quota 7,3 miliardi di euro, è cresciuta del 9% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Le tendenze. Negli studi esaminati dal Mitur i trend si uniscono alle opportunità. Si tratta del turismo locale e sostenibile, con la valorizzazione delle destinazioni meno conosciute, della sicurezza (preoccupazione predominante per i turisti nella scelta di una destinazione), digitalizzazione e tecnologia (prenotazioni online, app per tracciabilità dei contatti e accesso a servizi), autenticità (la ricerca dell’autentico e del fatto “in casa”), overtourism (ripensamento del turismo di massa, con un crescente interesse per un turismo più responsabile, che valorizzi la sostenibilità, la cultura locale e la conservazione del patrimonio), turismo esperienziale (la ricerca di esperienze autentiche e significative, nella cultura locale, l’apprendimento di nuove abilità e la partecipazione attiva alla vita delle comunità).
Le previsioni. L’adozione di una pianificazione integrata e di una coerente programmazione potrebbe portare a un aumento di arrivi e presenze. Nel 2027 si prevede di superare la soglia dei 141 milioni di arrivi (+7,5% vs 2019) e dei 480 milioni di presenze (+10,7% vs 2019). Oggi oltre 18 milioni di italiani scelgono destinazioni estere per le vacanze, generando 158,4 milioni di pernottamenti e una spesa di quasi 15 miliardi di euro. Se almeno una parte optasse per una destinazione italiana, si genererebbe un impatto di 9 milioni di arrivi, oltre 31 milioni di presenze e un vantaggio di quasi 3 miliardi di euro ogni anno.
Le linee di azione e i temi. Sono principalmente l’enogastronomia (componente essenziale nella scelta di una destinazione e leva di particolare competitività del turismo italiano), l’accessibilità (un diritto ma anche un driver fondante dell’attrattività e della competitività delle destinazioni e della qualità dell’esperienza turistica), la qualità (con il legame indissolubile tra Made in Italy e turismo, un binomio in grado di attrarre visitatori con un’elevata capacità di spesa), le “radici” (il richiamo alle origini dei migranti che tornano in vacanza nei loro paesi di nascita sta esprimendo tutte le potenzialità di una forma di turismo inclusiva e sostenibile), la pace (il turismo può svolgere un ruolo rilevante come agente e catalizzatore di pace tra popoli: ha da sempre creato un terreno fertile per lo scambio di culture, la comprensione reciproca e la cooperazione), il benessere (l’Italia e il suo stile di vita sono una naturale destinazione del turismo del benessere: è fondamentale integrare l’offerta termale con servizi di cura del corpo, enogastronomia, sport, natura, arte, cultura, religione e spiritualità, intrattenimento e spettacolo), eventi e sport (il turismo sportivo, per la pratica personale e per la partecipazione ai grandi eventi, è un volano di crescita del benessere fisico e dell’intero movimento, opportunità di destagionalizzazione dei flussi), mobilità (lo sviluppo dei trasporti come driver fondamentale per la competitività delle destinazioni).
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